martedì 27 gennaio 2009

Entra nel vivo l'elezione del Patriarca della Chiesa Ortodossa russa. Si guarda anche ai rapporti con i cattolici e all'incontro con il Papa

I vescovi sono entrati lentamente dalla porta sul retro della Cattedrale di Cristo Salvatore, mentre Mosca era immersa nel grigiore di una delle tante mattine invernali. Quella di ieri è stata una giornata di pausa e attesa per i lavori del Concilio destinato a eleggere il nuovo Capo della Chiesa Ortodossa russa. Le gerarchie ortodosse russe domenica hanno nominato i tre 'front liner' per la successione di Alessio II, il Patriarca deceduto lo scorso 5 dicembre. Figura simbolo per l'ortodossia e guida per il cristianesimo orientale dalla Caduta del Muro sino alla Russia del nuovo millennio. Giornata di calma apparente quella di ieri. Secondo quanto apprende l'agenzia Apcom il "rush finale" è cominciato oggi all'alba. "Ieri (domenica) hanno tenuto la prima cerimonia solenne per la scelta dei nomi. Domani (oggi) sarà un'altra giornata intensa" ha spiegato una fonte. Saranno le 8 di oggi a Mosca, le 6 del mattino in Italia, quando gli alti prelati metteranno mano alle candidature per scegliere il nome del successore. Inizia dunque da oggi il "rush finale" di una settimana, che vedrà domenica l'"intronisazia", ossia la salita al soglio. L’elezione del Patriarca ha poco a che vedere con il Conclave vaticano, somiglia piuttosto a una grande convention americana. A partire dai partecipanti, veri e propri delegati del complicato e diffuso mondo dell’ortodossia moscovita presente in 64 paesi. In tutto 711 persone in rappresentanza di 157 diocesi. Ogni delegazione è composta da un sacerdote, un monaco e un laico. E a queste bisogna aggiungere le rappresentanze dei seminari e dei monasteri femminili, ergo: ci saranno anche delle donne a votare il nuovo Patriarca. A rendere singolare l’elezione del nuovo capo della chiesa di Mosca c’è poi il procedimento scelto: un ballottaggio con voto segreto, preferito per “garantire che ogni persona scelga secondo coscienza”. Gli eleggibili sono stati indicati da una specie di primarie tenute dal Consiglio degli arcivescovi il 25 gennaio. Dei tre, favoritissimo il metropolita Kirill (nella foto con Benedetto XVI) di Smolensk e Kaliningrad. L'attuale capo 'ad interim' della Chiesa Ortodossa russa si è aggiudicato 97 dei 197 voti della assemblea episcopale. Meno 'papabile' il metropolita Kliment di Kaluga e di Borovsk, appoggiato da 32 vescovi. Mentre l'outsider Filaret di Minsk e Slutsk, esarca di tutta la Bielorussia, ha avuto soltanto 16 voti a sostegno. Ma non sono escluse sorprese in corso d'opera. Fa pensare in effetti l'esclusione dalla prima rosa di candidati di Illarionov, considerato tra i più favoriti. E comunque il Consiglio Locale del 27-29 gennaio, potrà aggiungere altri candidati e portare a termine il suo lavoro di elezione di un nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Il nuovo Patriarca guiderà una Chiesa che conta almeno 165 milioni di fedeli in tutto il mondo. Il suo ruolo sarà particolarmente strategico nei rapporti con la Chiesa Cattolica. Il tanto agognato incontro tra Alessio II e Benedetto XVI infatti, non si è mai tenuto e ora la cristianità guarda proprio al Patriarca per un evento epocale, molto atteso. Kirill ha 62 anni e in precedenza ricopriva il ruolo di ministro degli esteri della Chiesa Ortodossa russa. E' particolarmente noto come predicatore e il suo volto è familiare al pubblico televisivo grazie a una serie di apparizioni nei programmi tv. Da notare inoltre che nel dicembre 2007 Kirill ha guidato uno dei rari incontri di una delegazione ortodossa russa da Benedetto XVI in Vaticano. Ed è noto il suo ottimismo crescente per un miglioramento delle relazioni con Roma. Il metropolita di Smolensk e Kaliningard potrebbe anche inaugurare un corso più indipendente dal Cremlino, secondo alcuni osservatori. Tuttavia l'interesse dei vertici russi per lo sviluppo della chiesa è ben noto e crescente. Un segnale chiaro è stato il commiato da Alessio II del presidente Dmitri Medvedev e del premier Vladimir Putin: entrambi ai funerali si sono inchinati davanti alla salma e hanno baciato le mani del patriarca. Noto è inoltre che Alessio II aveva fortemente sostenuto Medvedev e i suoi programmi sociali per lo sviluppo della società civile in Russia. Kliment ha 59 anni ed è una figura di spicco della gerarchia, tesoriere della Chiesa e considerato più vicino al governo. Nato a Mosca, ha servito nell'Armata rossa per due anni e successivamente ha vissuto negli Stati Uniti e in Canada guidando la comunità religiosa russa locale. Mentre la nomina di Filaret ha fatto ovviamente piacere al presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, che si è immediatamente congratulato con lui. Di fatto la sua comparsa nel ventaglio, testimonia la volontà di continuare una collaborazione religiosa da parte di Mosca con l'ex repubblica sovietica. Alla quale ha già dato grande impulso la facoltà di teologia presso l'Università di Stato di Minsk e con il Centro di formazione cristiana, strutture sotto la diretta supervisione dello stesso esarca. E proprio là, nel mese di maggio 2007, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani è stato a sua volta invitato a partecipare con un suo rappresentante alla festa dei santi Cirillo e Metodio, ai quali è dedicato il Centro di formazione cristiana. Di certo il ruolo del nuovo capo della Chiesa Ortodossa russa non sarà di poco rilievo. Per una questione non solo religiosa, ma anche di puro potere. E il mondo della politica ha già allungato una mano nel sistema di elezione. La stampa locale ha già sottolineato che Russia Unita - il partito di Vladimir Putin - si è già attivata e farà pesare la sua presenza durante il Concilio. E dunque non è così chiaro chi alla fine salirà al soglio. Di fatto Alessio II era considerato particolarmente in sintonia con il presidente Medvedev e la consorte Svetlana. E persino la residenza del patriarca si trovava nella stessa via, dove vivono anche il capo di stato e la moglie, fuori Mosca. Ora resta da vedere dove prenderà domicilio il successore.
E intanto a Mosca è toto-patriarca. Un sondaggio del Centro russo di studi della pubblica opinione (VTsIOM) dà eletto Kirill al 28%. Tuttavia, il 71% dei russi fatica a prevedere qualcosa e nessuno a quanto pare nomina per ora un altro 'papabilissimo'. Allo stesso tempo, secondo i russi, il patriarca deve essere colto, educato, intelligente (14%), cordiale, gentile, emotivo, sensibile, compassionevole (12%). Soltanto un decimo ritiene che il Patriarca dovrebbe essere, soprattutto, onesto. E ancora un altro 8% - nella Russia della crisi economica - vorrebbe al Soglio 'un top manager'.