martedì 27 gennaio 2009

Il card. Canizares in partenza per Roma: la Chiesa in Spagna non deve contrattaccare, ma presentare all'uomo la tradizione ereditata

“Il ruolo che in questo momento deve svolgere la Chiesa in Spagna è fondamentale. Ciò non significa che la Chiesa spagnola debba contrattaccare, o reagire con paura; deve semplicemente presentare all’uomo del nostro tempo la Tradizione ereditata, che non è una tradizione morta, ma un motore per portare a termine le grandi gesta umane che ci hanno costituito come spagnoli”. Lo afferma il card. Antonio Canizares (nella foto con Benedetto XVI), in procinto di lasciare la sede primaziale di Toledo perchè trasferito a Roma dal Papa come Prefetto della Congregazione per il Culto. “Credo - spiega L’Osservatore Romano - che la Spagna, con connotazioni che ci sono proprie, è immersa nella cultura che oggi domina in Occidente, plasmata in nuove disposizioni giuridiche che cercano di rimodellare il significato originario della natura umana, della famiglia, dei diritti umani, e così via. Senza pretendere che la Spagna sia al centro di tutto, è evidente che il suo significato è centrale nel contesto attuale del cristianesimo. Deve esserne consapevole e deve proporre senza alcun timore la sua ricchezza”. Per il card. Canizares, “la Chiesa in Spagna deve realizzare il compito chiaramente definito di affermare la verità di Gesù Cristo, un’affermazione che non va contro nessuno, bensi’ a favore di tutti. Questa verita’ si esprime e si realizza nell’amore; per questo nessuna forza politica, nè sociale, o di altro tipo, deve temere la Chiesa. Stiamo semplicemente offrendo un futuro all’umanità, apertura alla speranza. La Chiesa in Spagna, in questa circostanza storica, deve dire - conclude il porporato noto come il 'piccolo Ratzinger' per la bassa statura e la sua somiglianza non solo fisica con il Papa - con forza sì all’uomo, sì alla vita, sì al matrimonio fra un uomo e una donna, sì alla famiglia, sì ai diritti umani fondamentali, sì a una solidarietà reale ed effettiva fra gli uomini, sì a una nuova economia, sì a un nuovo ordine che si riconosca in Dio, che si affermi in Dio, in quel Dio che si è rivelato a noi con il volto umano di Gesù”.