martedì 27 gennaio 2009
Il rabbino Di Segni: la visita del Papa alla sinagoga di Roma sarebbe un segno di distensione
Una visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma "sarebbe, senza ombra di dubbio, un chiaro ed inequivocabile segno di distensione": così il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni (nella foto con Benedetto XVI), dopo le polemiche sul vescovo lefebvriano negazionista Richard Williamson. Il rabbino racconta al sito Petrus di aver inoltrato "più di un invito" in Vaticano. "Ma non ho mai ricevuto nessuna risposta, né positiva né negativa. Ma, chissà, magari questa è la volta buona". "Le parole di Bagnasco sono un inizio, forse un po' timido, che va comunque nella direzione che auspichiamo": Riccardo Di Segni ha commentato così le parole del Presidente della CEI. "Sono un inizio che va seguito da gesti e prese di posizione concrete ed efficaci. Siamo veramente preoccupati per quello che sta succedendo" sottolinea Di Segni, a margine di un convegno sulla Giornata della Memoria, a cui hanno preso parte il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita mons. Rino Fisichella, il ministro degli Esteri Franco Frattini e l'ambasciatore israeliano Gideon Meir. "Non ci rendiamo conto - aggiunge - del significato di quel che succede, chiediamo spiegazioni e pensiamo di avere il diritto di essere allarmati. Quindi speriamo che vengano prese delle posizioni molto decise e molto radicali per frenare dei fenomeni preoccupanti che non devono avere assolutamente alcuna dignità". Il rabbino capo di Roma si augura che "ci sia un intervento chiaro per emarginare e condannare posizioni che non sono soltanto quelle del negazionismo. C'è anche tutta una teologia antica, superata dal Concilio che ha promosso la riappacificazione sulla base del rispetto e che adesso rischia di essere polverizzata. Quindi - conclude Di Segni - su questo bisogna vigilare".