giovedì 29 gennaio 2009

La Santa Sede risponde ai rabbini di Israele. Il segretario del Gran Rabbinato: nessuna interruzione, solo confronto. Il Papa è il benvenuto

La Pontificia Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, guidata dal card. Walter Kasper, ha inviato oggi una risposta al Gran Rabbinato di Israele per rassicurare l'istituzione religiosa ebraica dopo le perplessità avanzate sulle dichiarazioni negazionista del vescovo lefebvriano Richard Williamson. Dopo le parole di solidarietà con il popolo ebraico pronunciate, ieri, dal Papa, oggi, a quanto si apprende, l'ufficio vaticano incaricato di intrattenere i rapporti con l'ebraismo ha risposto al Gran Rabbinato. I contenuti della missiva sono riservati ma oltre il Portone di bronzo filtra l'intenzione di mantenere la data di marzo per l'incontro interreligioso.
Le relazioni tra Gran Rabbinato di Israele e Vaticano "sono molto speciali e dobbiamo fare del nostro meglio per mantenerle ai massimi livelli": così il segretario generale del Gran Rabbinato, Oded Weider, in un intervento pubblicato domani su Liberal.
"Il nostro è un impegno comune: ho scritto al card. Kasper, che mi ha risposto oggi: due lettere rispettose e molto importanti. Ora dobbiamo decidere i passi complementari per mantenere al meglio questo nostro rapporto: la nostra Commissione incaricata della questione si riunirà all'inizio della prossima settimana per decidere cosa fare a livello pratico. Ma non ci sono interruzioni di sorta", afferma Weider. A dimostrazione di questa posizione, Weider - che aveva scritto due giorni fa una lettera in cui chiedeva le scuse pubbliche di Williamson per le sue dichiarazioni - aggiunge: "La visita di Benedetto XVI in maggio è molto importante per noi, un viaggio che aspettiamo. Alcuni apprezzano il vescovo Williamson, altri la pensano come lui: purtroppo, il messaggio di tutta questa vicenda ha colpito negativamente la Chiesa. Che però combatte con noi per sconfiggere le recrudescenze del nazismo: dobbiamo fare il massimo, insieme, per dimostrare al mondo che persone del genere non sono accettabili, mai più".