sabato 17 gennaio 2009

La nuova persecuzione dei cristiani. Riscatto bloccato dal governo kenyano per le suore rapite. Ieri ucciso a Nairobi un missionario italiano

Il riscatto da pagare per la liberazione di Maria Teresa Oliviero e Caterina Giraudo (foto), le due suore italiane rapite nel novembre scorso in Kenya da una banda di miliziani somali, sarebbe stato bloccato dal governo di Nairobi che non vuole che il denaro raggiunga la Jabhad al Islamiya, considerata un'organizzazione terroristica: è quanto scrive il Corriere della Sera. L'entità del riscatto è stata fissata: si tratterebbe di una somma vicina ai due milioni di dollari, oltre ad aiuti da destinare alla popolazione: ma rimangono da sistemare alcuni "dettagli essenziali", quali appunto la cooperazione del governo kenyano e quali debbano essere i contributi al pagamento da parte dello Stato italiano e del Vaticano.
Intanto, un missionario italiano è stato ucciso in Kenya ieri mattina in un tentativo di rapina. Si tratta di padre Giuseppe Bertaina, missionario della Consolata, 82 anni, colpito a morte mentre si trovava nel suo ufficio di amministratore dell’istituto “Philosophicum” di Langata, a 21 chilometri dal centro di Nairobi. Tra le 11 e le 12 (tra le 9 e le 10 ora italiana) - ha raccontato al telefono il suo confratello, padre Gigi Anatolini - due ladri vestiti bene sono entrati nell’istituto filosofico gestito dai missionari della Consolata confondendosi tra gli studenti e arrivando all’ufficio di padre Bertaina. «Essendo l’inizio del trimestre, probabilmente pensavano di trovare i soldi delle rette. In realtà non c’era nulla perché ormai non si paga più in contanti», spiega padre Anatolini. Il corpo è stato rinvenuto da uno studente che è entrato nell’ufficio intorno a mezzogiorno: padre Bertaina era riverso a terra, con il volto insanguinato, i segni di un pestaggio, e dei sacchetti di plastica in bocca. Uno dei presunti assassini del missionario italiano ucciso oggi a Nairobi sarebbe un ex seminarista dell'Istituto dove è avvenuto l'omicidio. Lo riferisce l'Agenzia Misna, citando fonti ben informate e spiegando che quindi "avrebbe già un nome e un cognome uno dei due uomini sospettati". Il giovane studente che ha scoperto il cadavere di padre Bertaina avrebbe infatti riconosciuto - spiega la Misna - in uno dei presunti assassini un suo ex-compagno di seminario che era stato allontanato dalla scuola. "Il giovane stava andando da padre Bertaina per ritirare alcuni documenti. Prima di bussare si è accorto che in ufficio col missionario c'erano altre persone e ha aspettato. Poco dopo due uomini e una donna sono usciti dalla stanza. Lui ne ha salutato uno, un suo ex-compagno di classe che era stato cacciato dalla scuola. Entrando nella stanza poi ha trovato il cadavere di padre Bertaina e ha dato l'allarme", racconta la fonte della Misna spiegando che i guardiani sono invece riusciti a fermare la donna che, consegnata alla polizia, aveva con sè alcuni libretti degli assegni di padre Bertaina. Padre Bertaina era nato nel 1927 a Madonna dell’Olmo, in provincia di Cuneo. Ordinato sacerdote nel 1951, da allora è sempre stato in Africa come insegnante, girando diverse missioni. Ha insegnato perciò a generazioni di africani finché venti anni fa è stato tra i fondatori dell’Istituto Philosophicum a Langata, dove studiano filosofia i seminaristi di diversi istituti religiosi, ma anche suore e fratelli. Al Philosophicum, che sorge nelle vicinanze dell’Università Cattolica, attualmente vi sono iscritti circa 300 studenti.