sabato 24 gennaio 2009

Padre Lombardi: i vescovi lefebvriani sono in comunione non 'piena' con la Santa Sede. Distinguere le posizione personali dalla revoca della scomunica

La Fraternità Sacerdotale San Pio X, la comunità scismatica fondata da mons. Lefebvre e dei cui vescovi Papa Benedetto XVI ha revocato questa mattina la scomunica, è in ''comunione'' con la Santa Sede, ma non ancora in ''piena comunione''. Lo ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), che ha messo in evidenza il passo del decreto in cui si auspica di ''non risparmiare alcuno sforzo per approfondire nei necessari colloqui con le Autorità della Santa Sede le questioni ancora aperte, così da poter giungere presto a una piena e soddisfacente soluzione del problema posto in origine''. Le affermazioni negazioniste della Shoah di uno dei vescovi lefebvriani a cui il Papa ha revocato la scomunica, Richard Williamson, e lo stesso decreto papale "sono due cose assolutamente indipendenti", afferma padre Federico Lombardi. "Non è che se si toglie la scomunica ad un vescovo si condivide tutto quello che egli dica", ha risposto il gesuita ai giornalisti. Il decreto papale "non ha nessun rapporto con le personali posizioni criticabilissime di una persona", ha aggiunto Lombardi, che ha rilevato come la stessa Fraternità sacerdotale San Pio X ha "preso le distanze". La revoca della scomunica ai lefebvriani è "una buona notizia per il cinquantesimo del Concilio vaticano II". Ai giornalisti che gli domandavano se la ricorrenza della convocazione del Concilio da parte di Giovanni XXIII, che cade domani, non venga contraddetta dalla riammissione dei tradizionalisti di Lefebvre, il portavoce vaticano ha ribattuto: "Al contrario, il Concilio non è più un elemento di divisione ma un evento in cui ci si può incontrare nella stessa Chiesa".

Rimossa la scomunica ai quattro vescovi ordinati nel 1988 da mons. Lefebvre. Nota di padre Lombardi