Il “coraggio” e la “gioia” distinguono il cristiano che ha deciso di diventare annunciatore del Vangelo. Se esiste questo corredo, non c’è ambito della vita sociale, civile, lavorativa, vocazionale che non possa essere rinnovato dalle parole di Cristo, testimoniate prima ancora che annunciate.
“La missione è dunque un cantiere nel quale c’è posto per tutti: per chi si impegna a realizzare nella propria famiglia il Regno di Dio; per chi vive con spirito cristiano il lavoro professionale; per chi si consacra totalmente al Signore; per chi segue Gesù Buon Pastore nel ministero ordinato al Popolo di Dio; per chi, in modo specifico, parte per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono” (Angelus, 22 ottobre 2006).
Nel Messaggio 2007, Benedetto XVI esorta “Tutte le Chiese” ad essere “per tutto il mondo”. E all’Angelus del 21 ottobre, in Piazza Plebiscito a Napoli dov’è in visita pastorale, spiega: “Ogni Chiesa particolare è corresponsabile dell’evangelizzazione dell’intera umanità”. Ciò significa, ripete, che a chi vive la missione in prima linea – e per questo affronta spesso gravi difficoltà e perfino persecuzioni - non deve mancare “il sostegno spirituale e materiale” di tutti gli altri credenti.
Del resto - aggiunge idealmente il Papa all’Angelus del 19 ottobre 2008 da Pompei - “il primo impegno missionario di ciascuno di noi è proprio la preghiera”: “E’ innanzitutto pregando che si prepara la via al Vangelo; è pregando che si aprono i cuori al mistero di Dio e si dispongono gli animi ad accogliere la sua Parola di salvezza” (Angelus, 19 ottobre 2008).
Qualche mese prima, il 17 maggio, ricevendo in udienza i partecipanti all’Incontro del consiglio superiore delle Pontificie Opere Missionarie, Benedetto XVI aveva ripreso uno dei cardini della coscienza missionaria della Chiesa e di ogni cristiano - quello del diritto-dovere dell’annuncio di Cristo - mettendone in risalto le ricadute non solo spirituali.
“Questo impegno apostolico è un dovere ed anche un diritto irrinunciabile, espressione propria della libertà religiosa, che ha le sue corrispondenti dimensioni etico-sociali ed etico-politiche” (Ai partecipanti all'incontro del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie (17 maggio 2008)).
Senza dimenticare che tale diritto è sempre stato inteso dalla Chiesa anche dal versante di chi l’annuncio lo riceve. Nella Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della fede su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, presentata il 14 dicembre 2007, si ricorda questa celebre frase di Giovanni Paolo II contenuta nell’Enciclica Redemptoris Missio: “Ogni persona ha il diritto di udire la ‘buona novella’ di Dio che si rivela e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la sua propria vocazione”.
Radio Vaticana