mercoledì 21 ottobre 2009

Il Papa: senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera, le riflessioni sui misteri divini sono un vano esercizio intellettuale

“L’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio con la preghiera che con la discussione”: lo scrive San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) a un suo discepolo, diventato Papa Eugenio III. Benedetto XVI ha rivolto questo invito a tutti i cristiani, nel corso catechesi dell’Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro gremita da circa 40mila fedeli, dedicata proprio al “doctor mellifluos”, come San Bernardo veniva chiamato. “A volte si pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul mondo con le sole forze della ragione. San Bernardo - ha detto il Papa - ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale e perdono la loro credibilità. Anche noi dobbiamo riconoscere che l’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio con la preghiera che con la discussione. La figura più vera del teologo - ha concluso - e di ogni evangelizzatore rimane quella dell’apostolo Giovanni che ha appoggiato il suo capo sul cuore del Maestro”. Il Papa ha ripercorso la vita di San Bernardo, monaco giovanissimo e a soli 25 anni abate di Clairvaux (Chiaravalle), dove promosse con decisione “la necessità di una vita sobria e misurata, nella mensa, negli indumenti e negli edifici monastici, raccomandando il sostentamento e la cura dei poveri”. Col tempo si occupò anche di “non poche e gravi questioni della Santa Sede e della Chiesa”, si batté contro l’eresia dei catari e difese gli ebrei “condannando i rigurgiti di antisemitismo”. A un suo allievo, diventato Papa Eugenio III, scrisse un libro di considerazioni per insegnargli come essere un Papa buono, una “lettura doverosa per tutti i Papi” ha commentato Benedetto XVI. In queste pagine si trova una raccomandazione: “Dovrete proseguire ancora la ricerca di questo Dio, che non è ancora abbastanza cercato, ma forse si può cercare meglio e trovare più facilmente con al preghiera che con la discussione”. Il Papa si è quindi soffermato su “due aspetti centrali” della dottrina di San Bernardo. Il primo è la “sollecitudine intima e vitale per la partecipazione del cristiano all’amore di Dio in Gesù”. La fede - ha sottolineato Benedetto XVI - “è un incontro personale, intimo, con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre più, ad amarlo e a seguirlo sempre più. Che questo - ha auspicato - possa avvenire anche per noi”. Il secondo aspetto è quello riguardante la Madonna, la sua “partecipazione al sacrificio redentore del Figlio” e dunque “il posto della Vergine nell’economia della salvezza”. Per il rilievo dato da San Bernardo alla Madonna, della quale parlava “come un innamorato”, 150 anni più tardi - ha ricordato il Papa - Dante Alighieri, nell’ultimo canto della Divina Commedia, “mette sulle labbra del doctor mellifluus la sublime preghiera a Maria: ‘Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, / termine fisso d'etterno consiglio”.

Il Velino

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa