venerdì 26 marzo 2010

L'incontro del Papa con i giovani. Le testimonianze di fede durante la festa e le voci di chi era in Piazza San Pietro, tra emozione e speranza

Un’onda, come quelle che si fanno agli stadi, ha dato il via ieri all’incontro del Papa con i giovani, per ricordare la prima Giornata Mondiale della Gioventù che si tenne a Roma nel 1985. A raccontare quell’evento, salendo sul palco posto in Piazza San Pietro per l’occasione, sono stati Maria Paz ed Enrico che proprio durante quella prima GMG si conobbero e si innamorarono. "È stata un’esperienza bellissima - ha detto Maria - io venivo da Valencia con altri ragazzi e ognuno di noi chiese al Signore di fargli capire la propria strada. Io ho trovato Enrico, tre amiche sono diventate suore e cinque ragazzi sacerdoti". La testimonianza successiva è stata quella di Beatrice Fazi, la simpatica attrice che interpreta la cameriera Melina nella fiction “Un medico in famiglia”. "La prima GMG che ho vissuto è stata quella di Tor Vergata nel 2000. Allora avevo 28 anni e vivevo in maniera sregolata. Poi ho visto quello che stava succedendo a Roma in quei giorni e ho avuto voglia di provare la stessa gioia che vedevo negli occhi di quei ragazzi". Nello stesso anno l’incontro con Pierpaolo, poi il matrimonio e la nascita dei bambini: "Dio aveva un progetto su di me e da lì è iniziata una bellissima storia d’amore con il Signore". A raccontare della GMG del 2008, che si è tenuta a Sidney, è stato don Davide Martini, che verrà ordinato sacerdote da Benedetto XVI il 20 giugno prossimo: "Il Signore mi ha sedotto e io mi sono lasciato sedurre. Dopo la laurea pensavo di aver raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato, ma mi sentivo sempre insoddisfatto, finché non ho capito quale fosse la mia vera vocazione". Vocazione di cui molti sono ancora alla ricerca. Come Manuela Spera, studentessa universitaria fuori sede di Giurisprudenza, che è venuta a questo incontro per curiosità: "Non sono credente, ma sto cercando di capire. Ho letto la lettera di Benedetto XVI ai giovani e più andavo avanti nella lettura, più mi sembrava che quelle parole fossero rivolte proprio a me". Clara Arias Padrò è arrivata insieme al suo gruppo di Santa Francesca Romana: "A poco giova avere un tesoro quando non hai nessuno con cui condividerlo, ecco è così per la mia fede, che diventa più piena e gioiosa ogni volta che invece di dire "mia" posso dire "nostra". Questo significa essere qui per me oggi". Generazioni vecchie e nuove a confronto, come Maria Grazia e Pino, 45 anni lei, 48 lui, fidanzati nel 1985 e oggi sposati e catechisti nella loro parrocchia di Sant’Anna a Nettuno: "Alla prima GMG l’ho portata io - racconta Pino - e il Signore, anche per mezzo di quella Giornata, ci ha fatto capire quale fosse la nostra strada. Oggi ci sentiamo come 25 anni fa, con lo stesso spirito e la stessa gioia di partecipare a questi eventi". Per Benedetta e Teresa, invece, è la prima volta. Sono venute con gli altri ragazzi e gli animatori della parrocchia di San Felice da Cantalice: "È un’emozione bellissima, le altre GMG le abbiamo viste da casa e ora il nostro desiderio più grande è partecipare a quella di Madrid il prossimo anno". Non sono arrivati solo dal Lazio questi giovani che, sventolando i fazzoletti gialli e bianchi, hanno animato la piazza. Giuseppe Pezza viene da Montesilvano, in provincia di Pescara, dalla parrocchia di San Giovanni Apostolo, ha 25 anni e 10 anni fa era a Tor Vergata ad animare "quel chiasso che Roma non dimenticherà mai", come disse Giovanni Paolo II. "Il Papa ci incoraggia a essere cristiani - spiega Giuseppe -e io sono qui anche per essere testimone per tutti quei ragazzi più giovani, perché capiscano che seguire il Signore si può ed è meraviglioso. Ciò che muove tutto, e lo vediamo anche stasera, è lo Spirito Santo, che parla al cuore dell’uomo nel migliore dei modi". "Condividere con questi fratelli la fede - conclude padre Marcello del convento dei Frati cappuccini di Cerro Maggiore (Milano) - mi dà forza anche nel lavoro di tutti i giorni e nell’annunciare Gesù Cristo".

Ilaria Sarra, RomaSette