venerdì 26 marzo 2010

Mons. Girotti: pur avendo attenzione per le persone il card. Ratzinger fu intransigente nel perseguire ogni reato. Assurdo parlare di insabbiamento

''Parlare di insabbiamento è davvero assurdo. Un polverone. Non è mai, dico mai stata la politica della Congregazione, tanto meno col card. Ratzinger''. Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera mons. Gianfranco Girotti, vescovo reggente della Penitenziaria Apostolica, che partecipò con l'allora card. Joseph Ratzinger all'incontro della Congregazione per la Dottrina della Fede in cui venne discusso il caso del prete pedofilo Lawrence Murphy. L'atteggiamento di Papa Benedetto XVI, spiega Girotti, anche allora fu ''inflessibile dinanzi al peccato, pur avendo un'attenzione particolare per le persone, che tuttavia nei provvedimenti non gli impediva di essere intransigente nel perseguire ogni reato. E' la sua indole, lo stesso Santo Padre diceva pochi giorni fa: impariamo ad essere intransigenti col peccato, a partire dal nostro, e indulgenti con le persone''. ''E' evidente che la sensibilità è cresciuta nel tempo - ammette il vescovo - Il fenomeno ora ha dimensioni pubbliche, una rilevanza che allora non c'era. E' cambiata la mentalità. Prima, di tutte queste cose, non si era a conoscenza: sapevamo dei casi segnalati. E di questi mai nessuno è stato insabbiato. In questi trent'anni posso escludere che la Congregazione sia stata mai sfiorata dal pensiero di mettere il fuoco sotto la cenere. Si è sempre intervenuti per fermare questi misfatti orrendi''.

Asca