Elisabetta diventa così, ha evidenziato il Pontefice, “il simbolo di tante persone anziane e malate, anzi, di tutte le persone bisognose di aiuto e di amore. E quante ce ne sono anche oggi nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nelle nostre città!”. Ma la carità di Maria “non si ferma all’aiuto concreto, ma raggiunge il suo vertice nel donare Gesù stesso, nel ‘farlo incontrare’”. Siamo così “al cuore e al culmine della missione evangelizzatrice. Siamo al significato più vero e allo scopo più genuino di ogni cammino missionario: donare agli uomini il Vangelo vivente e personale, che è lo stesso Signore Gesù”. Gesù, ha chiarito il Papa, “è il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di Lui che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo. È di Lui che hanno grande bisogno la società in cui viviamo, l’Europa, il mondo intero”. “A noi – ha aggiunto – è affidata questa straordinaria responsabilità. Viviamola con gioia e con impegno, perché la nostra sia davvero una civiltà in cui regnano la verità, la giustizia, la libertà e l’amore, pilastri fondamentali e insostituibili di una vera convivenza ordinata e pacifica”. “Viviamo questa responsabilità rimanendo assidui nell’ascolto della Parola di Dio, nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”, ha concluso.
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CELEBRAZIONE MARIANA PER LA CONCLUSIONE DEL MESE DI MAGGIO IN VATICANO - il testo integrale del discorso del Papa