lunedì 28 giugno 2010

Il Papa: un Pontificio Consiglio per una rinnovata evangelizzazione nei Paesi che vivono una progressiva secolarizzazione e l'eclissi del senso di Dio

Benedetto XVI ha presieduto questa sera nella Basilica di San Paolo fuori le Mura la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Era presente la Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, inviata da Bartolomeo I e composta da Gennadios, Metropolita di Sassima, Bartholomaios, vescovo di Arianzós, assistente del Metropolita di Germania e il diacono Theodoros Meimaris, della Sede patriarcale del Fanar. Al suo arrivo, il Pontefice è stato accolto da mons. Francesco Monterisi, arciprete della Basilica e dall’Abate di San Paolo, dom Edmund Power. Prima dell’inizio della celebrazione dei Vespri Benedetto XVI ha venerato il sepolcro dell’Apostolo Paolo.
“Se la festa dei Santi patroni di Roma evoca la duplice tensione tipica di questa Chiesa, all’unità e all’universalità, il contesto in cui ci troviamo stasera ci chiama a privilegiare la seconda, lasciandoci, per così dire, ‘trascinare’ da San Paolo e dalla sua straordinaria vocazione”, ha detto il Papa nell'omelia. Ricordando Paolo VI e la sua Esortazione Apostolica “Evangelii nuntiandi”, il Pontefice ha voluto sottolineare “tutta la particolare sensibilità missionaria di Paolo VI e, attraverso la sua voce, il grande anelito conciliare all’evangelizzazione del mondo contemporaneo”. Un pensiero, poi, a Giovanni Paolo II, che “ha rappresentato ‘al vivo’ la natura missionaria della Chiesa, con i viaggi apostolici e con l’insistenza del suo magistero sull’urgenza di una ‘nuova evangelizzazione’”: “nuova” nello “slancio interiore”, nella “ricerca di modalità” che “siano adeguate ai tempi e alle situazioni” e perché “necessaria anche in Paesi che hanno già ricevuto l’annuncio del Vangelo”.
Il Papa polacco ha dato un “impulso straordinario alla missione della Chiesa”, secondo Benedetto XVI, “soprattutto per il genuino spirito missionario che lo animava e che ci ha lasciato in eredità all’alba del terzo millennio”. “Raccogliendo questa eredità – ha continuato il Papa -, ho potuto affermare, all’inizio del mio ministero petrino, che la Chiesa è giovane, aperta al futuro. E lo ripeto oggi: la Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo, in cui soffia lo Spirito Santo di Dio, il Dio creatore e redentore del mondo”. “Le sfide dell’epoca attuale – ha ammesso - sono certamente al di sopra delle capacità umane: lo sono le sfide storiche e sociali, e a maggior ragione quelle spirituali. Sembra a volte a noi Pastori della Chiesa di rivivere l’esperienza degli apostoli, quando migliaia di persone bisognose seguivano Gesù, ed Egli domandava: che cosa possiamo fare per tutta questa gente? Essi allora sperimentavano la loro impotenza”. Ma, ha aggiunto, “proprio Gesù aveva loro dimostrato che con la fede in Dio nulla è impossibile, e che pochi pani e pesci, benedetti e condivisi, potevano sfamare tutti. Ma non c’era – e non c’è – solo la fame di cibo materiale”. Oggi “c’è una fame più profonda, che solo Dio può saziare”. In realtà, “anche l’uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”. “Vi sono regioni del mondo – ha ricordato il Papa - che ancora attendono una prima evangelizzazione; altre che l’hanno ricevuta, ma necessitano di un lavoro più approfondito; altre ancora in cui il Vangelo ha messo da lungo tempo radici, dando luogo ad una vera tradizione cristiana, ma dove negli ultimi secoli – con dinamiche complesse – il processo di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa”.
In questa prospettiva, ha annunciato Benedetto XVI, “ho deciso di creare un nuovo organismo, nella forma di ‘Pontificio Consiglio’, con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di ‘eclissi del senso di Dio’, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”. “La sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale, e ci chiede anche di proseguire con impegno la ricerca della piena unità tra i cristiani”. “Un eloquente segno di speranza in tal senso – ha evidenziato il Pontefice - è la consuetudine delle visite reciproche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli in occasione delle feste dei rispettivi Santi Patroni”. Per questo, ha aggiunto il Papa, “accogliamo oggi con rinnovata gioia e riconoscenza la delegazione inviata dal Patriarca Bartolomeo I, al quale indirizziamo il saluto più cordiale”. “L’intercessione dei Santi Pietro e Paolo ottenga alla Chiesa intera fede ardente e coraggio apostolico, per annunciare al mondo la verità di cui tutti abbiamo bisogno, la verità che è Dio, origine e fine dell’universo e della storia, Padre misericordioso e fedele, speranza di vita eterna”, ha concluso il Santo Padre.

SIR