giovedì 10 marzo 2011

'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. Prospettive: la vittoria dell'amore l'ultima parola della storia del mondo, non rimarrà niente privo di senso

E’ salito al cielo, siede alla destra di Dio Padre e di nuovo verrà nella gloria. La testimonianza dei discepoli di Gesù “si traduce essenzialmente in una missione: devono annunciare al mondo che Gesù è il Vivente – la Vita stessa”. Luca, nel racconto dell’ascensione “ci dice che i discepoli erano pieni di gioia dopo che il Signore si era allontanato definitivamente da loro”. “Non si sentono abbandonati...Sono sicuri che il Risorto...proprio ora è presente in mezzo a loro in una maniera nuova e potente”, una presenza “che non si può più perdere”: ora è “sempre presente accanto a noi e per noi”. “E’ presente accanto a tutti ed invocabile da parte di tutti – attraverso tutta la storia – e in tutti i luoghi”. Eppure, spesso, i discepoli di Gesù continuano ad aver paura, come gli apostoli sul Lago di Tiberiade durante una tempesta: “Anche oggi la barca della Chiesa, col vento contrario della storia, naviga attraverso l’oceano agitato del tempo. Spesso si ha l’impressione che debba affondare. Ma il Signore è presente e viene nel momento opportuno...è questa la fiducia dei cristiani, la ragione della nostra gioia”, nell’attesa che Gesù di nuovo verrà nella gloria. “La fede nel ritorno di Cristo è il secondo pilastro della professione cristiana...Questo implica la certezza nella speranza che Dio asciugherà ogni lacrima, non rimarrà niente che sia privo di senso, ogni ingiustizia sarà superata e stabilita la giustizia. La vittoria dell’amore sarà l’ultima parola della storia del mondo. Per il ‘tempo intermedio’ ai cristiani è richiesta...la vigilanza...Vigilanza significa soprattutto apertura al bene, alla verità, a Dio, in mezzo a un mondo spesso inspiegabile e in mezzo al potere del male”. “I cristiani invocano la venuta definitiva di Gesù e vedono al contempo con gioia e gratitudine che Egli già ora anticipa questa sua venuta, già ora entra in mezzo a noi...‘Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’”. “Nell’andarsene Egli viene per sollevarci al di sopra di noi stessi ed aprire il mondo a Dio. Per questo i discepoli poterono gioire, quando da Betania tornarono a casa. Nella fede sappiamo che Gesù, benedicendo, tiene le sue mani stese su di noi. E’ questa la ragione permanente della gioia cristiana”.

Radio Vaticana