mercoledì 20 aprile 2011

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Mille volontari per la Messa di Benedetto XVI. Fedeli divisi in 12 settori, 400 i sacerdoti per la comunione

Li ha definiti gli angeli custodi della Messa del Papa, mons. Beniamino Pizziol, vescovo ausiliare di Venezia, a tre giorni dall’annuncio della sua nomina a pastore di Vicenza. E loro, per l’arrivo di Benedetto XVI, saranno più di mille. Divisi in squadre, composte da 20-25 persone e opereranno nei dieci settori accessibili al pubblico in cui verrà diviso lo spazio antistante al palco, ma anche nei due settori aggiuntivi di emergenza. "Ci divideremo i compiti - spiega Davide Marcuglia, incaricato regionale dell’Agesci per il settore protezione civile - ogni squadra avrà un caposquadra e ogni settore un caposettore. In tutto i settori saranno 17: escludendo i 5 dedicati ai tecnici, quelli pensati per i fedeli saranno dodici, man mano che la gente arriverà andremo a riempimento". Autorità e disabili si posizioneranno nei settori più vicini al palco, mentre gli altri occuperanno i restanti otto, per una capienza totale prevista di circa 100 mila persone, anche se il piano d’emergenza per la sicurezza è stato tarato sul doppio della cifra, e cioè su circa 250 mila presenze. Tre saranno le modalità di arrivo al parco: a piedi, attraverso la Porta rossa, tramite i bus navetta che partiranno dalla Stazione di Mestre e dalla Porta Gialla. Da quest’ultima entreranno i disabili e le autorità, mentre gli altri arriveranno direttamente dalla Porta rossa. Due settori (gli ultimi) verranno aperti solo in caso di un afflusso maggiore del previsto, ma anche da lì la Messa si potrà vedere agevolmente grazie ai maxi schermi, posizionate in corrispondenza dei settori più lontani. Numerosi ma soprattutto organizzati. Anche per la comunione che prevederà la presenza di 400 sacerdoti, ognuno dei quali consegnerà 200 ostie. Accanto ad ogni prete per aiutare l’identificazione delle file, ci sarà un volontario che aprirà un ombrellino bianco. "Sarà compito anche dei volontari controllare che l’ostia venga effettivamente ingerita - ha ricordato Carlo Rimoldi, volontario che collabora con il Vaticano per la gestione dei grossi eventi - altrimenti c’è il rischio che vengano utilizzate in modo improprio per le messe nere ad esempio".

Alice D’Este, Corriere del Veneto.it