“Il cambio di passo proposto da Benedetto XVI tocca metodo e sostanza: essere più che apparire”. Si conclude con queste parole un corsivo firmato dal vicedirettore, Carlo Di Cicco, su L'Osservatore Romano, in cui l’autore opera una “sorta” di bilancio dei primi sei anni di pontificato di Benedetto XVI. “Dal suo primo apparire alla folla, dopo l’elezione – si legge nell’articolo - aveva colpito l’immaginario, bucando senza volere lo schermo con la sua semplicità. È parso disarmato e dialogante, senza il fascino ubriacante e passeggero delle star. Si è definito davanti alla folla acclamante per la sua elezione come ‘un semplice operaio nella vigna del Signore’. E ha rinnovato il suo proposito di restare tale pure da Papa. Un cristiano nella vita quotidiana. E il ragionamento della gente è stato semplice: se un Papa si propone di essere un buon cristiano nella vita quotidiana, essere buoni cristiani nella vita ordinaria è un buon traguardo per tutti”. “Essere buoni cristiani richiede la responsabilità della fede che si professa e richiede di imparare ad amare alla maniera di Gesù Cristo”: questo, in sintesi, per Di Cicco l’insegnamento di Benedetto XVI, che “chiede una conversione di vita e propone di seguire il Vangelo per scelta e non per convenienza alcuna. Come fanno i Santi”. Per il teologo Ratzinger, ricorda il vicedirettore de L’Osservatore Romano, “i primi sei anni di Pontificato non sono stati facili. Per parecchio tempo, i più sono stati alla finestra per vedere come se la sarebbe cavata da Papa, sperando magari di coglierlo in fallo”. Ma il Papa “è riuscito a essere se stesso, rivelandosi gradualmente con qualche timidezza, maturando nell’ascolto e nella riflessione la proposta centrale della sua azione: predicare Gesù Cristo, invitando la Chiesa a confrontarsi con il suo Vangelo e a convertirsi, e spiegando al mondo che l’incontro con Dio non è una perdita, ma un guadagno. In questo modo le decisioni anche più traumatiche come nel caso degli abusi sui minori da parte di membri del clero sono state comprese, suscitando energie positive”. “Una voce capace di confermare nella fede cristiana”: questa, secondo l’autore dell’articolo, la “cifra” dell’attuale Pontificato. A sei anni dalla morte di Giovanni Paolo II, e alla vigilia della sua Beatificazione, per Di Cicco “possiamo verificare che l’elezione di Benedetto XVI è stata una scelta indovinata per curare il senso di perdita per la morte di Giovanni Paolo II. Grazie alla naturalezza con la quale Benedetto XVI ha contribuito a superare il lutto che appariva incolmabile – conclude Di Cicco - la figura di Papa Wojtyła non è più dietro di noi, ma davanti a noi, modello di vita cristiana”.
SIR
All'inizio del settimo anno di Pontificato. Semplice operaio nella vigna del Signore