Il patriarca di Venezia Angelo Scola, il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, l’osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa Aldo Giordano. Sono i nomi dei candidati rimasti in corsa per la successione alla guida della diocesi di Milano. È la terna finale che la Congregazione dei vescovi esaminerà la mattina di giovedì 9 giugno, quando i cardinali e vescovi membri del dicastero si riuniranno per discutere il nome del nuovo arcivescovo ambrosiano. Il nunzio in Italia, Giuseppe Bertello, ha condotto ben tre diverse consultazioni, chiedendo pareri e identikit a centinaia di vescovi, sacerdoti e laici di Milano e della Lombardia, nell’ultima delle quali, nelle scorse settimane, si chiedeva un voto su cinque nomi: oltre ai tre scelti nella terna, c’erano quelli del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, e del nunzio apostolico in Venezuela Pietro Parolin. Ma ora questi due candidati sembrano usciti di scena. Tutto è ancora possibile, nel corso della discussione qualcuno dei membri della Congregazione, che nei giorni scorsi è stata rafforzata dall’inserimento del card. Mauro Piacenza e del vescovo emerito Lorenzo Chiarinelli, potrebbe tornare sui nomi esclusi dalla terna, ma è ormai più che probabile che la scelta si giochi proprio su quei tre candidati. Scola, patriarca di Venezia dal 2002 dopo essere stato rettore della Pontificia università lateranense e prima ancora, vescovo di Grosseto, è stato uno stimato collaboratore dell’allora card. Joseph Ratzinger all’ex Sant’Uffizio. Il Papa lo conosce bene e lo stima. Lambiasi e Giordano, il primo vescovo già da anni ed ex assistente generale dell’Azione Cattolica, il secondo, non ancora vescovo, e oggi inserito nella diplomazia pontificia, erano stati già inclusi nella rosa di nomi sottoposta a Benedetto XVI meno di un anno fa per la diocesi di Torino. In quel caso, a sopresa e contro l’indicazione prevalente dei collaboratori, il Papa scelse il vescovo di Vicenza Cesare Nosiglia. È la prima volta dopo quasi un secolo che la designazione dell’arcivescovo di Milano, la diocesi più grande e importante d’Europa e tra le più importanti del mondo, avviene secondo l’iter normale come accade per le altre diocesi: da molti decenni, infatti, la nomina del pastore ambrosiano era stata decisa direttamente dal Papa, senza il passaggio in Congregazione. Giovedì si discuterà la “provvista” (così è chiamato il processo per la designazione di un vescovo), se non ci saranno intoppi e ulteriori discussioni, il cardinale prefetto Marc Ouellet (nella foto con Benedetto XVI) qualche giorno dopo porterà l’indicazione al Papa. L’annuncio è previsto per fine mese. Scola appare ancora in pole position.
Andrea Tornielli, Sacri Palazzi