Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, Benedetto XVI ha ricevuto in udienza gli arcivescovi metropoliti ai quali, ieri, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, ha imposto il Pallio, accompagnati dai familiari e dai fedeli delle rispettive diocesi.
“Sono ancora vivi – ha detto il Papa nel discorso - nella mente e nel cuore di tutti noi i sentimenti e le emozioni che abbiamo vissuto ieri nella Basilica Vaticana, in occasione della celebrazione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella quale ho avuto la gioia di imporre il Pallio a voi, arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’ultimo anno”. “L’odierno incontro, semplice e familiare – ha proseguito -, mi offre l’opportunità di prolungare il clima di comunione ecclesiale e di rinnovare il mio cordiale saluto a voi, cari fratelli nell’episcopato, come pure ai vostri familiari ed alle personalità che hanno voluto partecipare a questo lieto evento. Estendo il mio affettuoso pensiero alle vostre Chiese particolari, che ricordo nella preghiera affinché siano animate da costante slancio apostolico”. Quindi, salutando mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, ha rivolto agli arcivescovi metropoliti una particolare benedizione: “Il Signore vi benedica sempre e vi aiuti, nel vostro quotidiano ministero episcopale, a far crescere le comunità a voi affidate unite e missionarie, concordi nella carità, ferme nella speranza e ricche del dinamismo della fede”. Parlando quindi in francese, il Pontefice si è soffermato sul valore del Pallio imposto ai nuovi metropoliti nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo: “Voi che avete ricevuto il pallio, segno liturgico che esprime il particolare legame di comunione con il Successore di Pietro – ha detto – siate testimoni gioiosi e fedeli dell’amore del Signore” che cerca di riunire i suoi figli nell’unità della stessa famiglia. Sul valore della stola del Pallio si è anche soffermato parlando in lingua inglese. “Il Pallio - ha osservato – viene ricevuto dalle mani del Successore di Pietro e indossato dagli arcivescovi come segno di comunione nella fede e nell’amore” nella guida del Popolo di Dio. Il Pallio, ha soggiunto, richiama i vescovi “alla responsabilità di essere pastori secondo il cuore di Gesù”. Un legame, quello con la Sede Apostolica, che il Papa ha rammentato anche nei saluti in lingua spagnola. Il Pontefice ha così concluso il suo intervento tornando a parlare in italiano. Ha ringraziato il Signore per la “sua infinita bontà” nel “donare Pastori alla sua Chiesa”, ed ha assicurato loro la sua vicinanza: “A voi, cari arcivescovi metropoliti, assicuro la mia spirituale vicinanza e il mio orante sostegno al vostro servizio pastorale, il cui requisito necessario è l'amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto”. Benedetto XVI, in conclusione, ha ripreso un’esortazione di San Cipriano: “Assolutamente nulla anteporre a Cristo, poiché neanche Lui ha preferito qualcosa a noi. Volontà di stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e dargli ferma testimonianza".
SIR, Radio Vaticana
Agli arcivescovi metropoliti che hanno ricevuto il Pallio (30 giugno 2011) - il testo integrale del discorso del Papa