L'idea di partenza era scrivere "ancora un piccolo fascicolo" sui "racconti dell'infanzia" a completare la sua opera su Gesù. La scorsa estate Benedetto XVI aveva cominciato la stesura, come d' abitudine a matita, di una quarantina di pagine. Ma nel frattempo il manoscritto è cresciuto, il Wpiccolo fascicolo" si è fatto più consistente e arriverebbe a superare il centinaio. Così ormai ci siamo: il Papa è a Castel Gandolfo per le vacanze, dove potrà completare la terza e ultima parte del suo Gesù di Nazaret. E la speranza, filtra da Oltretevere, è che il libro possa essere consegnato a metà settembre, prima del viaggio in Germania, annunciato durante la mostra sui libri di Joseph Ratzinger a Friburgo e pubblicato dalla Libreria editrice vaticana "sotto Natale o all'inizio dell'anno prossimo", anche se non sarà facilissimo: per il secondo volume, peraltro più consistente, le traduzioni hanno richiesto quasi un anno. Quattro capitoli evangelici, due di Matteo e due di Luca, centottanta versetti. Eppure il tema, dall'annuncio dell'angelo a Maria e l'Incarnazione al Gesù dodicenne "seduto in mezzo ai dottori" nel tempio, è assai arduo e ha fatto versare i classici fiumi d' inchiostro a esegeti e teologi. Questioni delicatissime, ricordava tempo fa un grande studioso come il card. Gianfranco Ravasi: "Pochi sanno che l'ultimo libro ad essere messo all'Indice, prima dell'abolizione di questa prassi, fu una 'Vie de Jésus' (1959) di un noto biblista francese, Jean Steinmann, proprio a causa del capitolo dedicato ai Vangeli dell' infanzia". Del resto "l'origine di Gesù è avvolta nel mistero", scriveva lo stesso Joseph Ratzinger nel suo celebre "Introduzione al cristianesimo": "Questa provenienza di Gesù dal mistero di Dio, 'che nessuno conosce', ci viene descritta dai cosiddetti racconti dell' infanzia non allo scopo di svelarne il retroscena ma precisamente per confermarne la misteriosità". La stessa nascita di Gesù dalla Vergine, osservava, "è sempre stata una spina nell'occhio per gli illuminati d'ogni genere". Una nascita che Joseph Ratzinger distingue radicalmente dai "miti" diffusi nel mondo della "nascita miracolosa di un bimbo redentore", perché "la concezione di Gesù è una nuova creazione, non una generazione da parte di Dio" e non ha nulla a che fare col "mito pagano del semidio generato dalla divinità": Dio non è il padre "biologico" di Gesù, che è invece "integralmente Dio e integralmente uomo", e "la dottrina affermante la divinità di Gesù non verrebbe minimamente inficiata, quand' anche Gesù fosse nato da un normale matrimonio umano". Naturale che l'attesa sia grandissima, l'opera su Gesù è diventata un best seller planetario e la seconda parte "Dall'ingresso a Gerusalemme fino alla Risurrezione", uscita a marzo, ha già superato le quattrocentomila copie in Italia e i due milioni nel mondo, mentre si sta completando perfino la traduzione in cinese. A Castel Gandolfo dovrebbe avere il tempo di tirare le somme: anche se, rivela chi gli è vicino, il Papa patisce la mancanza della sua vastissima biblioteca, né può dare indicazioni perché, nel caso, gli recuperino da Roma un libro: non esiste una catalogazione ed è solo lui che ricorda a memoria la posizione dei volumi; e da buon professore è abituato a procedere consultando i testi citati con precisione scientifica nella bibliografia. D'altra parte, la stesura del libro non sarà il suo unico impegno: ci sono da preparare i discorsi per la GMG del mese prossimo a Madrid e per il viaggio in Germania a settembre, e c' è anche il tradizionale "Ratzinger Schülerkreis" di fine agosto: tre giorni di incontro con i suoi ex allievi, quest'anno sulla "nuova evangelizzazione".
Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera