Il card. José Policarpo (nella foto con Benedetto XVI), patriarca di Lisbona, ha diffuso una lettera in cui chiarisce che sull'ordinazione sacerdotale di donne è “in comunione con il Papa”. Il patriarca ha voluto far fronte alla polemica suscitata da alcune sue dichiarazioni sul tema apparse in un'intervista pubblicata sull'ultimo numero della rivista portoghese Ordem dos Advogados. Nell'intervista, interpellato sulla questione, il porporato affermava che a suo avviso “non esiste alcun ostacolo teologico fondamentale” all'ordinazione di donne, anche se sottolineava che “non c'è alcun Papa che abbia potere a questo proposito. Ciò porterebbe a tensioni, e avverrà solo se Dio vorrà che accada e se rientrerà nei Suoi progetti”. Nella sua spiegazione, il card. Policarpo riconosce che egli stesso non aveva mai “trattato sistematicamente la questione”. “Le reazioni a questa intervista mi hanno costretto a considerare il tema con più attenzione, e ho verificato che, soprattutto per non aver tenuto in debito conto le ultime dichiarazioni del Magistero sul tema, ho dato luogo a queste reazioni”, lamenta. Per questo, ritiene suo “dovere” chiarire la propria posizione di fronte ai fedeli: “Sarebbe per me doloroso che le mie parole potessero creare confusione nella nostra adesione alla Chiesa e alla parola del Santo Padre. Credo di avervi mostrato che la comunione con il Santo Padre è assoluta nell'esercizio del mio ministero”, afferma. Il patriarca sottolinea inoltre la “complementarietà dell'uomo e della donna nella storia della salvezza”, che “giunge alla sua pienezza nella rivelazione di Cristo e di Maria”. Radicato nel Nuovo Testamento, il ministero sacerdotale cristiano, fin dal principio, si conferiva solo agli uomini. “Il fatto che non ci siano donne tra questi successori e cooperatori non significa una minimizzazione della donna, ma la ricerca di quella complementarietà tra il maschile e il femminile pienamente realizzata nella relazione di Cristo con Maria”. Nei primi tempi della Chiesa, ha indicato il porporato, “è nota l'armonia tra il fatto del sacerdozio apostolico conferito agli uomini e l'importanza e la dignità delle donne nella Chiesa”. Per Policarpo, una delle cause della rivendicazione del sacerdozio femminile è “la perdita di consapevolezza della dignità sacerdotale di tutti i membri della Chiesa, riducendo l'espressione sacerdotale al sacerdozio ordinato”. Un'altra causa è “la comprensione del sacerdozio ministeriale come un diritto e un potere, senza percepire che nessuno, uomo o donna, può rivendicare questo diritto, trovandosi ad accettare la chiamata della Chiesa a questo servizio, che include il dono della propria vita”. All'inizio, quando è stato posto questo tema, “non si escludeva che si trattasse di una questione aperta, nell'attezione che si deve prestare all'azione dello Spirito Santo, alla ricerca dell'espressione del mistero della Chiesa nelle nuove realtà”. Ad ogni modo, il Magistero più recente dei Papi interpreta questa tradizione ininterrotta di ordinare solo uomini “non solo come un modo pratico di procedere, che può cambiare al ritmo dell'azione dello Spirito Santo, ma come espressione del mistero stesso della Chiesa, che dobbiamo accogliere nella fede”. “Siamo quindi invitati a rispettare il Magistero del Santo Padre, nell'umiltà della nostra fede, a continuare ad approfondire la relazione del sacerdozio ministeriale con la qualità sacerdotale di tutto il Popolo di Dio e a scoprire il modo femminile di costruire la Chiesa, nel ruolo decisivo della missione delle nostre sorelle, le donne”, conclude.
Inma Álvarez, Zenit