Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Joseph Weterings (foto), ambasciatore dei Paesi Bassi presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Libera dai calcoli legati alla conquista del consenso elettorale o dalle sudditanze che il denaro crea nelle relazioni fra Stati poveri e Stati ricchi. L’influenza che la Santa Sede esercita nel mondo vola più alto, sulle ali del messaggio del Vangelo e dei valori cristiani, calati dovunque nel vissuto dell’umanità, specie di quella più debole, ha ricordato il Papa nel suo discorso. La Chiesa ha vissuto e vive così la sua missione, anche se qualcuno per debolezza ogni tanto la tradisce. Con vigore e la consueta trasparenza, il Papa sceglie di impostare il suo discorso al nuovo ambasciatore olandese accreditato in Vaticano partendo da una constatazione spesso sottolineata in queste circostanze. “La Santa Sede – ha affermato – non è una potenza economica o militare”. E ha spiegato: “Il suo contributo alla diplomazia internazionale è costituito in gran parte nell’articolazione di quei principi etici che dovrebbero sostenere l’ordine sociale e politico e nel richiamare l’attenzione sulla necessità di intervenire per rimediare alle violazioni di tali principi...Di qui, il dialogo diplomatico che impegna la Santa Sede viene condotto né in modo confessionale né per ragioni pragmatiche, ma sulla base dei principi universalmente applicabili, reali tanto quanto lo sono gli elementi fisici dell'ambiente naturale”. Quella della Chiesa, e in particolare della Santa Sede, ha proseguito Benedetto XVI, è la voce forte di chi non può farsi udire perché indifeso, povero, ammalato, anziano, in minoranza o perché semplicemente non è ancora nato. “La Chiesa – ha affermato – cerca sempre di promuovere la giustizia naturale come è suo diritto e dovere di fare”. Quindi, con schiettezza, ha aggiunto:“Pur riconoscendo con umiltà che i suoi stessi membri non sono sempre all'altezza degli elevati standard morali che essa propone, la Chiesa non può far altro che continuare a esortare tutte le persone, inclusi i suoi stessi membri, a cercare di fare tutto ciò che è in accordo con la giustizia e la retta ragione e a opporsi a ciò che è loro contrario”. Spostando l’asse del discorso ai Paesi Bassi, Benedetto XVI ha sottolineato con interesse un passaggio del discorso del diplomatico olandese, che poco prima aveva parlato della necessità di promuovere la pace globale attraverso la risoluzione dei conflitti e di opporsi alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. E apprezzamento suscita nel Papa anche l'accento dell'ambasciatore “alla necessità di difendere la dignità umana”. Riferendosi al contrasto messo in campo dal governo olandese nei confronti dell’abuso di droga e della prostituzione, il Pontefice ha osservato che “la libertà degli individui di compiere le proprie scelte”, sempre sostenuta dall’Olanda, venga bilanciata dalla presa di coscienza per cui tali scelte non devono “nuocere a se stessi o agli altri” per il “bene della società”. E un altro motivo di conforto Benedetto XVI lo ha individuato nelle intenzioni del governo olandese “di promuovere la libertà di religione”: “Come sapete, è una questione di particolare interesse per la Santa Sede in questo momento. È minacciata non solo da vincoli di legge in alcune parti del mondo, ma da una mentalità anti-religiosa all'interno di molte società, anche in quelle in cui la libertà di religione gode della protezione del diritto. È quindi vivamente auspicabile che il suo governo vigili in modo che la libertà di religione e la libertà di culto continueranno a essere tutelate e promosse, sia in patria che all'estero”.
Radio Vaticana
All'ambasciatore dei Paesi Bassi presso la Santa Sede - il testo integrale del discorso del Papa