Sabato, sulle pagine de L’Osservatore Romano, veniva riprodotto il comunicato a firma di due cardinali e di due vescovi, la vecchia e la nuova gestione del Governatorato vaticano, nel quale si smentivano le accuse contenute nelle lettere inviate dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò al Papa e al Segretario di Stato Bertone oggetto della trasmissione televisiva "Gli Intoccabili" su La7. Due giorni dopo, alla prima uscita possibile (il quotidiano della Santa Sede esce il sabato pomeriggio con la data di domenica, quindi esce nuovamente il lunedì pomeriggio), ecco un articolo che potrebbe essere letto come la volontà di affermare, anche senza dirlo esplicitamente, che quel comunicato non ha cambiato nulla e che il nunzio apostolico negli Usa gode della fiducia dei suoi superiori. Si tratta del breve e tradizionale resoconto relativo all’inizio della missione del nuovo rappresentante papale negli Stati Uniti. Testi come questo solitamente vengono trasmessi al quotidiano vaticano dalla Segreteria di Stato, che li redige, e sono pubblicati anche diversi giorni dopo la presentazione delle credenziali. Viganò, l’ex segretario generale del Governatorato, era arrivato come rappresentante del Papa presso i vescovi e il governo americano il 16 novembre 2011. Nell’articolo si ricorda che il giorno successivo di apriva a Baltimora la riunione plenaria dell’episcopato, e in quella occasione Viganò "ha voluto consegnare la lettera commendatizia del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone a mons. Timothy Dolan, arcivescovo di New York e presidente della Conferenza Episcopale americana". Il 18 gennaio scorso, il nuovo nunzio è stato ricevuto nello "studio ovale" della Casa Bianca dal presidente Barack Obama (nella foto con Benedetto XVI) che "lo ha ricevuto molto amabilmente, pregandolo subito di trasmettere i suoi saluti a Sua Santità insieme ai migliori auguri per la sua alta missione". Il presidente, si legge ancora nell’articolo su L’Osservatore Romano, ha poi "sottolineato la sua stima per l’opera della Chiesa Cattolica, non solo negli Stati Uniti d’America, ma nel mondo intero. In particolare, ha rilevato come la voce del Santo Padre e l’attenzione della Chiesa cattolica per quanti sono afflitti dalla povertà, dalla fame e dalle guerre, rendano la Santa Sede un importante partner degli Stati Uniti". Dunque Viganò è entrato nel pieno delle sue funzioni della sua missione diplomatica alla vigilia della trasmissione televisiva che ha reso pubbliche le sue dure lettere con le denunce di episodi di "corruzione" in Vaticano, messa in onda il 25 gennaio. L’articolo de L’Osservatore Romano è stato pubblicato a pagina 7, in basso, ed è sensibilmente più corto di quello che lo affianca, dedicato all’inizio della missione del nuovo nunzio in Uzbekistan. Nella parte finale della comunicazione probabilmente è saltata qualche riga, perché si legge: "Da parte sua, mons. Viganò, dopo aver ricordato la visita del Santo Padre in terra statunitense nel 2009 e la calorosa accoglienza riservatagli allora dalla First Lady Michelle Obama...». In realtà Benedetto XVI si è recato gli Stati Uniti, intervenendo anche alle Nazioni Unite, l’anno precedente, dal 15 al 21 aprile 2008, ed era stato accolto calorosamente alla Casa Bianca dalla first lady Laura Bush.
Andrea Tornielli, Vatican Insider
L'Osservatore Romano: inizio della missione del nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America