Si è svolto oggi nell’Aula magna dell’università di Torino il primo di una nuova serie di incontri sul libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, "Gesù di Nazaret. Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione", promossi dalla Libreria Editrice Vaticana nelle università italiane sotto la direzione scientifica di Pierluca Azzaro. L’incontro è stato realizzato dall’Associazione Sant’Anselmo insieme al Progetto culturale della diocesi, con l’adesione dell’università, dell’Ufficio scolastico regionale, del Salone internazionale del libro, del Circolo dei lettori e con il patrocinio della Regione Piemonte. Per Benedetto XVI "il Gesù storico, come appare dall'esegesi moderna, risulta troppo insignificante nel suo contenuto per poter stabilire un rapporto con la persona di Cristo, al di là di quello che si realizza con qualsiasi personaggio della storia", in quanto "è troppo ambientato nel passato per rendere possibile un rapporto personale con Lui". Lo ha sottolineato l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia. Per mons. Nosiglia, "il Papa dimostra che è a partire dal Gesù dei vangeli che si apre la mente e il cuore per incontrare il Gesù storico e non viceversa. Si tratta di incontrarlo per credere in Lui, vivere di Lui e testimoniarlo con gioia a tutti". Tale operazione, ha osservato il presule nella lectio, che è stata pubblicata da L'Osservatore Romano, è molto più impegnativa per questa seconda parte dell'opera, perchè qui si affrontano i testi evangelici relativi alle parole e agli avvenimenti più importanti della vita di Gesù. Resta comunque sempre fermo il principio, perseguito con metodo scientifico e indagine accurata, di partire dall'ermeneutica dei vangeli senza disattendere la ragione storica dei fatti che è necessariamente contenuta in essi e che quindi sostiene in un certo modo la fede, che il testo sacro esprime in quanto Parola di Dio, per tutti gli uomini e per tutti i tempi". Secondo l'arcivescovo di Torino, "un altro aspetto significativo della riflessione del Papa sugli avvenimenti centrali della vicenda storica di Gesù è dato da una moderna, rigorosa e documentata apologetica che tiene conto degli interrogativi e questioni più dibattute circa l'interpretazione dei testi biblici e offre risposte appropriate mediante un uso della ragione e della fede in un dialogo incessante e fecondo per entrambe". Inoltre, "la riflessione di Benedetto XVI procede sempre in modo lineare e attraverso il confronto aperto con gli esegeti e le varie ipotesi dei loro studi, in particolare degli ultimi secoli. Egli nutre rispetto per le diverse posizioni, ma con chiarezza non disdegna anche di porsi in contrasto con alcune di queste teorie che non reggono, a suo dire, sotto il profilo scientifico oltre che teologico. Argomenta da teologo, dunque, e ragiona a partire dall'ermeneutica propria dello studioso, ma con una particolare attenzione a far sì che il suo dire sia semplice e comprensibile al più vasto pubblico a cui intende rivolgersi". "Altrettanto importanti - ha rilevato Nosiglia - sono infine i brevi sintetici passi in cui il Papa riassume la verità di quanto è stato ampiamente documentato e che appaiono come una luce che illumina la riflessione svolta, aprono alla preghiera e alla professione di fede e sostengono l'agire quotidiano del credente". "Questo - ha concluso il presule - è in fondo il fine per cui Benedetto XVI ha affrontato la fatica di scrivere i due volumi su Gesù di Nazaret, attuando così la sua missione di successore di Pietro: quella di confermare nella fede i discepoli del Signore. E' la risposta che il Papa fa emergere con chiarezza e profondità dai Vangeli che, come ci ricorda l'apostolo Giovanni, sono stati 'scritti perchè crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perchè credendo abbiate la vita eterna'".
Agi
All’università di Torino sono ripresi gli appuntamenti durante i quali si presenta e discute il libro di Benedetto XVI: è nel Gesù dei vangeli che s’incontra la sua figura storica