venerdì 22 giugno 2012

Anno della fede. Fisichella: pietà popolare non può essere disprezzata, è espressione molto importante della vita di fede, ha bisogno di questi segni

L’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI dal 11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013, ospiterà una gran quantità di eventi, di cui quasi una quindicina alla presenza del Santo Padre. L’Anno della fede che si tiene nel cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II e nel ventesimo della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, ospiterà anche, il prossimo 5 maggio, un giorno dedicato alla fede nella pietà popolare. In occasione della presentazione dell’Anno della fede, ieri presso la Sala Stampa del Vaticano, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha risposto a una domanda sulla difficoltà esistente tante volte tra la pietà popolare che talora verrebbe penalizzata, e le direttive dei vescovi. “La pietà popolare non può essere disprezzata, essa è una espressione molto importante della vita di fede – ha spiegato mons. Fisichella – perché è quella vita di fede che si riscontra in modo particolare nei santuari”. “I santuari – ha aggiunto – sono dei luoghi privilegiati di nuova evangelizzazione e per la fede. Ci sono milioni e milioni di persone che ogni anno frequentano i santuario e anche centinaia di persone che vivono nelle confraternite”. Per esemplificare, Fisichella ha fornito dei numeri: “In una diocesi della Spagna ci sono almeno quattromila confraternite, e non è uno scherzo. Sono delle realtà delle quali, a volte, ci limitiamo a vedere soltanto la dimensione folcloristica, che evidentemente potrebbe creare qualche problema in certi momenti”. Difficoltà che, per il numero uno del dicastero della Nuova Evangelizzazione, si può risolvere accompagnando la pietà con la catechesi. “Se invece viene accompagnata da una intelligenza della fede e se si riscopre anche il significato di questa pietà popolare, allora si è anche capaci di proporre un cammino che deve essere percorso”. “La fede ha bisogno di questi segni – ha ricordato il presule – ed è molto bello il primo capitolo dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger, il Papa, sul tema dei segni e delle immagini nella liturgia. Noi viviamo di questo. Sono il frutto di ciò che ha segnato in diverse epoche l’espressione e l’espressività della fede”. “Insomma – ha proseguito – nel Medioevo avevamo le cattedrali che erano i 'catechismi in pietra', poi queste cose si sono evolute. Abbiamo, ad esempio delle confraternite e le loro espressioni nelle Via Crucis, durante il Venerdì e Sabato santo, che sono espressione di una fede nel mistero pasquale, che ovviamente ha bisogno di una catechesi che accompagni. Catechesi che oggi, direi, è anche più diffusa che nel passato”. Fisichella ha concluso la sua risposta dicendo: “Siamo ben consapevoli ma pensiamo che questa sia anche una strada che deve essere percorsa prevedendo anche che ci sarà una massiccia presenza da parte della pietà popolare a questa celebrazione che ci sarà nell’Anno della fede”.

Zenit