venerdì 22 giugno 2012

Mons. Audo: come cristiani siriani profondamente colpiti dall'appello del Papa, un incoraggiamento a cercare con determinazione strade di pace

“L’urgenza per noi è una riconciliazione nazionale. La situazione è grave, occorre riattivare i fili del dialogo. La Siria è sempre stata un esempio di convivialità e oggi deve ritrovare il suo volto pacifico di terra araba, cristiana e musulmana”: è quanto dice all’agenzia Fides mons. Antoine Audo SJ, vescovo cattolico caldeo di Aleppo, commentando l’appello di Papa Benedetto XVI per la pace in Siria, lanciato in occasione dell’assemblea della ROACO (Riunione delle Opere d'Aiuto alle Chiese Orientali), che comprende le agenzie umanitarie cattoliche impegnate a sostenere le Chiese orientali. “L’appello del Papa è molto interessante e commovente. Come cristiani siriani, ne siamo profondamente colpiti. Dalle sue parole traspare un desiderio forte di pace. Il Papa ha usato il verbo ‘perseverare’: per noi vuol dire non avere paura delle difficoltà e cercare con determinazione strade di pace. E’ un forte incoraggiamento. Chiediamo la fine della violenza e preghiamo per pace. Confidiamo nell’aiuto della Santa Sede perché a livello internazionale si possa promuovere la pace in Siria”. Sui cristiani in Siria, il vescovo ricorda che “la nostra presenza come Chiesa di lingua araba e di cultura orientale, capace di convivere con l’islam, è molto importante per il Medio Oriente e per la Chiesa universale”.

Fides