mercoledì 20 giugno 2012

Domenica la Giornata per la carità del Papa. L’Obolo di San Pietro e i contributi 2011 usati per il terremoto in Emilia e la formazione in Amazzonia

Nel 2011, il contributo delle diocesi italiane all’Obolo di San Pietro “è aumentato leggermente”, nonostante il perdurare della crisi economica e finanziaria. A fornire il dato all'agenzia SIR è mons. Tullio Poli, direttore dell’Ufficio Obolo di San Pietro, in vista della Giornata per la carità del Papa, domenica 24 giugno. I dati sull’Obolo, come avviene ogni anno, verranno sottoposti al Consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede nella sessione del 3 e 4 luglio, prima di essere divulgati ufficialmente. Per quanto riguarda la Chiesa italiana, i dati provvisori sull’Obolo sono stati presentati ai vescovi da mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI, nel corso dell’ultima assemblea generale, svoltasi a maggio in Vaticano. Continua, intanto, l’attività di sensibilizzazione in vista della Giornata del 24 giugno, realizzata anche quest’anno dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali con il supporto della “rete” dei mezzi d’informazione cattolica: Avvenire, SIR, Tv2000, la rete radiofonica InBlu e i settimanali diocesani, che si occuperanno anche della pubblicazione dei servizi SIR e della diffusione del manifesto e del pieghevole della Giornata, predisposto come di consueto dall’Ufficio Obolo di San Pietro. “La peculiarità dell’Obolo rispetto a tante altre forme di solidarietà nei confronti dell’attività caritativa della Chiesa – ricorda mons. Poli – sta nel fatto di non essere vincolato ad alcuna etichetta o destinazione specifica: è il Papa stesso, infatti, che ne dispone liberamente, tenendo presente le necessità del mondo che si manifestano di situazione in situazione, o le emergenze che straordinariamente bisogna fronteggiare”. Tra queste ultime, quest’anno c’è il terremoto che in Italia ha colpito le popolazione dell’Emilia, e per fronteggiare il quale il Papa, grazie proprio all’Obolo, ha già destinato in prima istanza 100mila euro, a cui ne ha aggiunti poi altri 500mila. Tra le realizzazioni rese possibili dai contributi giunti all’Ufficio Obolo di San Pietro per il 2011, mons. Poli segnala che continua l’aiuto alle Chiese dell’Amazzonia per la formazione dei sacerdoti, dei seminaristi e degli animatori laici. Tema, questo, molto presente nel magistero di Benedetto XVI, che a più riprese torna sull’“emergenza educativa”, e scelto anche dai vescovi italiani come argomento portante degli Orientamenti della CEI per il decennio in corso. In particolare, grazie al contributo dell’Obolo si sono finanziati corsi di studio e iniziative pastorali utilizzate dalle diocesi dell’Amazzonia tramite la Conferenza Episcopale brasiliana. Quella a favore dell’Amazzonia, spiega mons. Poli, “è un’opera di largo respiro, cominciata già da qualche tempo e che continuerà con una certa continuità nei prossimi anni”. Oltre alla Giornata del 24 giugno, si può contribuire alla missione apostolica e caritativa del successore di Pietro in ogni momento dell’anno. Quest’anno, è stata rinnovata la pagina web dell’Obolo di San Pietro “per adeguarla a criteri superiori di sicurezza”, spiega mons. Poli. È sufficiente, dunque, una carta di credito e si può subito procedere a una donazione on line: sull’apposita sezione del sito www.vatican.va le “istruzioni in rete” sono disponibile in sei lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese). Mons. Poli definisce il sito web dell’Obolo “una porta aperta, oltre che per effettuare donazioni, anche per inviare messaggi, considerazioni, riflessioni proprie sul vasto campo dell’attività caritativa del Papa a sostegno delle necessità della Chiesa universale”. Non mancano, ovviamente, gli altri mezzi consueti per far giungere a Benedetto XVI le offerte: il conto corrente postale (n. 75070003), intestato a “Obolo di San Pietro”, 00120 Città del Vaticano; o il conto corrente bancario. Ogni fedele che lo desidera potrà, così, contribuire a mantenere viva una pratica antica quanto la Chiesa, le cui origini risalgono all’attività delle comunità cristiane delle origini, come testimoniano gli Atti degli Apostoli (cfr. At 4,34;11,29). Le offerte dei fedeli al Papa sono destinate alle opere ecclesiali, alle iniziative umanitarie e di promozione sociale, come anche al sostentamento delle attività della Santa Sede. Il Pontefice, come Pastore di tutta la Chiesa, si preoccupa anche delle necessità materiali di diocesi povere, istituti religiosi e fedeli in gravi difficoltà: tra i destinatari degli aiuti figurano, infatti, poveri, bambini, anziani, emarginati, vittime di guerre e disastri naturali, senza contare gli aiuti particolari a vescovi o diocesi in situazione di necessità, nell’ambito ad esempio dell’educazione cattolica, ma anche dell’assistenza a profughi e migranti.

SIR