"Una risposta forte e autorevole dopo che altre voci provenienti dal mondo cattolico avevano, nelle scorse settimane, fatto nascere il timore che le possibilità di dialogo, di comprensione e di riscoperta delle comuni origini, fossero destinate ad un brusco ridimensionamento". Questo il commento del Presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) RenzoGattegna al discorso di oggi contro il negazionismo del Pontefice. "La delusione - ha aggiunto a proposito del caso Williamson - era stata molto forte nel sentir pronunciare frasi di chiaro contenuto antiebraico, offensive e di disprezzo della memoria della Shoah da parte di Ministri di culto che la Chiesa Cattolica aveva appena riammesso nel proprio seno". Gattegna ha sottolineato che "il Papa oggi si è espresso in maniera forte ed inequivocabile, definendo la Shoah un crimine contro Dio e contro l'umanità". Ha confermato poi "la preparazione del suo prossimo viaggio in Israele" e ha ribadito che "la "Nostra Aetate", frutto del Concilio Vaticano II, costituisce una pietra miliare nel fissare i principi che devono regolare i rapporti fra cristiani ed ebrei". Per Gattegna di fronte ad una dichiarazione "così solenne, così puntuale e così carica di significati, ritroviamo la fiducia che le buone relazioni e l'amicizia siano da noi tutti considerati un bene prezioso, faticosamente conquistato, che non si deve consentire a nessuno di mettere in dubbio e di minacciare".
Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, esprime apprezzamento per le parole sulla Shoah pronunciate oggi da Papa Benedetto XVI che ha definito lo sterminio degli ebrei "un crimine contro Dio", chiudendo così la polemica per le dichiarazioni negazioniste del vescovo lefevbriano Richard Williamson. "Parole importanti e necessarie - ha spiegato Di Segni - ora si proceda con coerenza su questa strada".