All'Ambasciatore di Australia presso la Santa Sede (12 febbraio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa
giovedì 12 febbraio 2009
La GMG di Sydney, il cordoglio per le vittime degli incendi e l'integrazione degli aborigeni. L'udienza del Papa all'ambasciatore australiano
Un rinnovato cordoglio del Papa per gli incendi che, secondo bilanci ancora provvisori, hanno fatto in Australia oltre 180 vittime. Ma anche apprezzamento per la politica di riconciliazione instaurata con gli aborigeni e uno stimolo a lavorare perché, nella società della globalizzazione, sia l’etica a orientare le scelte sociali, ad esempio nel frenare il ricorso all’aborto. Sono i punti principali sviluppati da Benedetto XVI nel suo discorso al nuovo ambasciatore australiano presso la Santa Sede, Timothy Andrew Fischer (nella foto con Benedetto XVI), ricevuto questa mattina per la presentazione delle Lettere credenziali. L’Australia brucia e piange per una catastrofe alla quale guarda con sgomento tutto il mondo: quasi 200 vittime - ma potrebbero già essere un centinaio in più - e una fauna sterminata dalle fiamme, secondo gli esperti che parlano di milioni di animali morti. Benedetto XVI, che aveva nei giorni scorsi inviato un telegramma di cordoglio, ha aperto il suo intervento assicurando ancora preghiere e solidarietà in particolare, ha detto, “ai singoli e alle famiglie di Victoria, che hanno perso i loro cari nei recenti incendi”. Ma l’Australia non poteva non evocare nel Papa ricordi ancora freschi e piacevoli. La Giornata Mondiale della Gioventù 2008 di Sydney ha fornito al Pontefice l’occasione per riflettere non solo sulle conseguenze di maggiore consapevolezza cristiana prodotte dall’evento nel Paese ma, più in generale, sul bisogno di spiritualità e di valori ideali di cui necessitano le società benestanti. Per “contrastare le tendenze al pragmatismo e all’utilitarismo, oggi così diffuse”, ha osservato Benedetto XVI, c’è bisogno di “portare alla luce” la “dimensione spirituale dell'umanità”, la sola che apre la società a “una visione di speranza”. “Prego affinché questa giovane generazione di cristiani in Australia e in tutto il mondo possa diffondere il suo entusiasmo per tutto ciò che è vero e buono creando amicizie condivise e creando luoghi di vita e di fede nel e per il nostro mondo, scegliendo la speranza e la carità concreta”. Osservando poi la società australiana nel suo insieme - un insieme frutto di una lenta e non indolore integrazione delle popolazioni native - il Papa ha detto che la “diversità” etnica è stata “per decenni “offuscata dalle ingiustizie dolorosamente subite dalle popolazioni indigene”. Tuttavia, ha riconosciuto che “attraverso le scuse offerte l'anno scorso dal primo ministro Rudd, un profondo cambiamento del cuore è stato riaffermato. Ora, rinnovate nello spirito di riconciliazione, entrambe le agenzie del governo e degli aborigeni anziani possono affrontare con risolutezza e compassione la moltitudine di sfide che vi attendono”. Il Papa si è soffermato sullo sforzo, definito “lodevole”, da parte del governo australiano di facilitare il dialogo interreligioso e la cooperazione - sia in patria che nella regione - così come ha apprezzato il ventaglio di interventi che vedono l’Australia giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere internazionale, in Asia ma anche in Africa, specie sul fronte del sostegno ai Paesi poveri. Le “ombre e le luci della globalizzazione”, ha notato Benedetto XVI, allungano “le loro radici sul nostro mondo in modo sempre più complesso” e questo crea un deficit e insieme un’urgenza. “Forse oggi più che mai nella storia umana, il fondamentale rapporto fra Creatore, la creazione e la creatura deve essere ponderato e rispettato. Da questa riflessione si può scoprire un comune codice etico, che consiste in norme radicate nella legge naturale inscritta dal Creatore nel cuore di ogni essere umano”. “E’ l'etica - ha proseguito -che rende indispensabile una compassionevole e generosa risposta alla povertà, che rende urgente il sacrificio di interessi protezionistici per un’equa accessibilità dei Paesi poveri ai mercati sviluppati, così come ragionevole è la richiesta dei Paesi donatori circa un responsabile e trasparente utilizzo degli aiuti finanziari da parte delle nazioni riceventi”. In conclusione, sottolineando il ruolo della Chiesa in Australia, soprattutto nei settori dell’assistenza medico-sanitaria - Benedetto XVI ha toccato anche il tema dell’aborto, definendo “ironico” il fatto che “alcuni gruppi, attraverso programmi di aiuto”, promuovano “l'aborto - ha stigmatizzato - come una forma di 'materna' assistenza sanitaria”: prendono una vita, ha detto, “per migliorare presumibilmente la qualità della vita”.