lunedì 11 maggio 2009
Il gran mufti di Gerusalemme: una visita importante, il Papa viene con un messaggio di pace per questa terra. Farà progredire il dialogo con l'islam
Conferenza stampa improvvisata in strada davanti a una tenda questa mattina per il gran mufti di Gerusalemme, Muhammad Ahmad Husayn, che domani riceverà Papa Benedetto XVI sulla spianata delle moschee e lo accompagnerà nella visita della Cupola della Roccia, la moschea-memoriale famosa in tutto il mondo per la sua cupola d'oro. L'Autorità Nazionale Palestinese aveva organizzato questa mattina una conferenza stampa all'Hotel Ambassador di Gerusalemme Est, a cui avrebbero dovuto partecipare il gran mufti stesso e l'ex-patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, per illustrare la visita di Papa Ratzinger nei Territori e l'incontro interreligioso di domani. Il centro stampa è stato però chiuso a poche ore dall'orario previsto per l'incontro con i giornalisti dalla polizia israeliana, che non permette nessuna attività dell'Autorità Nazionale Palestinese nel territorio di Gerusalemme Est. La conferenza stampa è stato spostata allora in una tenda. ''Questo - ha detto la massima autorità religiosa islamica della Terra Santa - è territorio occupato''. Il Pontefice, ha proseguito, ''è benvenuto naturalmente a visitarci come pellegrino in Palestina, in Terra Santa, a Gerusalemme ma non deve dare nessuna accettazione all'annessione di Gerusalemme Est da parte degli israeliani''. ''Sappiamo - ha spiegato - che in Vaticano sanno tutto di questa annessione della città con il muro da parte israeliana. Conosciamo la posizione del Vaticano, che non accetta l'annessione di Gerusalemme Est, e accetta che questa è parte della Palestina''. Gerusalemme Est, che comprende anche la Città Vecchia con il Muro del Pianto, la spianata delle moschee e il Santo Sepolcro, è la parte di Gerusalemme al di là della linea verde che all'indomani della guerra arabo-israeliana del 1948 definì il confine tra Israele e Giordania. Venne quindi occupata da Israele con la guerra del 1967. Il suo status internazionale è ancora conteso e i palestinesi protestano contro l'annessione di fatto che, secondo loro, gli israeliani stanno conducendo con la costruzione del muro, che racchiude anche Gerusalemme Est e molti territori confinanti. I palestinesi vogliono che Gerusalemme Est sia la capitale del loro futuro Stato. Il gran mufti ha affermato che al Pontefice presenterà ''un messaggio di pace'', e chiederà ''una soluzione di due Stati, con una Palestina stabile e un Israele sicuro''. ''Questa - ha aggiunto ancora - è una visita importante e speciale e siamo sicuri che viene qui con un messaggio di pace per questa parte del mondo. Speriamo che il Papa spinga per la pace e la giustizia in questa regione cosicchè noi abbiamo pace e giustizia e ci sia pace in Palestina e in Terra Santa''. ''Sua Santità - ha detto il leader religioso islamico - ha sottolineato l'importanza del dialogo islamo-cristiano e il suo rispetto per la religione islamica e quindi crediamo che questo dialogo farà progredire il nostro dialogo''. Alla conferenza stampa improvvisata ha partecipato anche un prete del Patriarcato latino di Gerusalemme, padre Peter Madros, inviato dal Patriarca mons. Fouad Twal al posto di Sabbah. ''La posizione vaticana - ha detto - è che Gerusalemme Est non è Israele e anzi l'ambasciata vaticana presso l'Anp è a Gerusalemme mentre l'ambasciata presso Israele è a Giaffa, vicino Tel Aviv. Il Vaticano continua infatti a condannare l'occupazione di Israele''. Il viaggio papale, ha concluso, offrirà a cristiani, ebrei e musulmani l'occasione ''di incontrarsi, di stare assieme, di essere radunati sotto lo stesso tetto. Uno dei nostri vescovi, nell'omelia della Messa, dirà che nella valle di Josafat ci sono i cimiteri dei cristiani, dei musulmani e degli ebrei, uniti dalla morte e divisi dalla vita''.