giovedì 3 giugno 2010

Il nunzio apostolico in Turchia: siamo tutti costernati dall'uccisione di mons. Padovese, c’è il pericolo che questa comunità rimanga segnata

“Una doccia fredda. Non abbiamo elementi precisi a parte l’autore che è il suo autista, persona che mons. Padovese ha sempre trattato molto bene secondo il suo stile”. Così mons. Antonio Lucibello, nunzio apostolico in Turchia, parla all'agenzia SIR dell’uccisione di mons. Luigi Padovese (foto). “A Iskenderun c’è il vicario generale perché si renda conto della vicenda. Domani andrà anche l’arcivescovo di Smirne, mons. Franceschini, predecessore di mons. Padovese alla presidenza dei vescovi turchi. Non conosciamo altri dettagli. Siamo tutti costernati, siamo una piccola comunità anche i capi sono pochi e avanzati negli anni. C’è il pericolo che questa comunità rimanga segnata”. Mons. Lucibello non vede “legami tra l’omicidio di don Santoro e quello di mons. Padovese”. “Ringrazio la CEI - conclude il nunzio - che nelle persone del card. Bagnasco e del segretario generale, mons. Crociata, subito ha espresso profondo cordoglio”. "Al momento attuale - ha detto ancora Lucibello all'agenzia Ansa - non ho notizie più dettagliate. Ma da quanto ho appreso, l'autista di mons. Padovese, Murat, avrebbe ammesso le proprie responsabilità. E' strano perché io sempre visto quest'uomo come una persona molto devota a Padovese e sempre servizievole". La polizia turca ha arrestato il presunto autore dell'omicidio Murat. Lo ha confermato all'Ansa l'ambasciatore d'Italia ad Ankara, Carlo Marsili, che è in costante contatto con le autorità della provincia di Hatay, dove si trova la città di Iskenderun. L'arrestato, ha detto ancora Marsili, "sembra che abbia accoltellato mons. Padovese nel giardino di casa. L'uomo era al suo servizio da quattro anni e, tra l'altro, il vescovo si era fatto accompagnare da lui in Italia già due volte. E proprio pochi giorni fa mons. Padovese aveva chiesto per la terza volta un visto d'ingresso in Italia per questo Murat". "Per adesso sappiamo che la polizia lo sta ancora interrogando - ha aggiunto l'ambasciatore - ma sulle motivazioni del gesto ancora non si possono fare anticipazioni. Sul posto si é recato il nostro console a Izmir, Simon Carta, e già vi si trova un nostro console onorario e il governatore della provincia di Hatay, Mehmet Celalettin Lekesiz, per seguire insieme gli sviluppi della vicenda", ha concluso Marsili.

SIR, Ansa