giovedì 3 giugno 2010

'Quanti in tutto il mondo hanno conosciuto il sacrificio di don Santoro e sono stati confermati nella volontà di vivere per Cristo e morire per Lui'

“Non è mai giusto sopprimere una vita per affermare una idea. Non è mai giusto ritenere che chi non la pensa come noi è nel torto e va annientato. Questo è fondamentalismo che distrugge la società perché distrugge la convivenza. Questo fondamentalismo, a qualsiasi religione o partito politico appartenga, potrà forse vincere qualche battaglia, ma è destinato a perdere la guerra. Ed è la storia che ce l’insegna”. Sono parole di mons. Luigi Padovese (foto), presidente dei vescovi della Turchia, ucciso oggi a coltellate a Iskenderun. Parole pronunciate il 5 febbraio nel corso della Messa in suffragio di don Andrea Santoro, a quattro anni dalla sua uccisione nella chiesa di Santa Maria a Trabzon mentre pregava. Parole che oggi risuonano per lo stesso mons. Padovese che in quel giorno ebbe ancora a dire: “Il sangue che don Andrea ha versato in questa Chiesa non è stato inutile. Pensiamo a quanti fratelli e sorelle in tutto il mondo hanno conosciuto il suo sacrificio e sono stati confermati nella volontà di vivere per Cristo e, se necessario, di morire per Lui. Questo umile sacerdote, conosciuto da pochi, con la sua morte è divenuto testimone per molti. Chi voleva farlo scomparire, in realtà ha prodotto l’effetto contrario”.