domenica 19 settembre 2010

Quasi 600mila persone hanno incontrato il Papa nel Regno Unito. Il portavoce vaticano: il suo messaggio è stato recepito con rispetto e gioia

Sono stati quasi 600mila, su circa 6 milioni di cattolici presenti nel Paese, i fedeli che hanno partecipato ai diversi incontri con il Papa in Gran Bretagna. La tappa di Londra, ovviamente, ha fatto la parte del leone venerdì e sabato, con 280mila fedeli, come ha confermato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, tra Hyde Park, Westminster e la folla che si è assiepata alle transenne lungo il percorso della papamobile. Secondo la Chiesa locale, 125mila erano invece i fedeli che lo hanno acclamato giovedì a Edimburgo. Infine 100mila sono stati i fedeli presenti alla Messa di Glasgow e circa 70mila erano alla Beatificazione di Newman oggi a Birmingham. Una notevole folla ha poi salutato il Papa anche nel centro della città, dove ha visitato l'Oratorio di San Filippo Neri. Ma al di là dei numeri, "che pure ci sono", padre Lombardi ha tenuto a sottolineare "l'ascolto, reale, forte ottenuto dal messaggio del Papa" che "è stato recepito con rispetto e gioia dai fedeli". Conversando con i giornalisti, Lombardi ha rilevato "l'incoraggiamento straordinario per la comunità cattolica di questo Paese", rappresentato dal viaggio nel Regno Unito e dal suo "successo spirituale". Ai microfoni della Radio Vaticana padre Lombardi ha affermato che Benedetto XVI e il card. John Henry Newman sono accomunati dallo stesso tipo di esperienza della fede e dalla ricerca della verità. Secondo il gesuita la figura del neo Beato sintetizza molti dei temi affrontati durante il viaggio dal Papa nel suo incarnare “la bellezza e la gioia della fede in Cristo come fondamento di un servizio positivo per la società in cui si vive, come fondamento di una testimonianza efficace di grande carità per la comunità in cui si vive”. Allo stesso tempo, per Newman la fede cristiana è “un cammino di ricerca della verità sempre più profondo che giunge sempre più pienamente all’incontro con Cristo e quindi alla santità”. “E’ una personalità – ha continuato il direttore della Sala Stampa vaticana – che ha una profonda sintonia con quella del Santo Padre per l’unione fra esperienza di cultura ed esperienza di fede, per la profonda spiritualità per il senso di ricerca della verità”. “Quindi – ha aggiunto –, capiamo anche perché il Papa ha desiderato di fare lui stesso questa Beatificazione. Si è sentita una sintonia profonda di sensibilità, di impostazione dell’esperienza di fede”. Nel ripercorrere poi alcuni dei momenti più toccanti del viaggio papale, il portavoce vaticano ha richiamato l’incontro con le vittime degli abusi, “che è stato significativo del modo in cui il Santo Padre affronta questa questione così delicata per la Chiesa oggi”. In particolare, ha spiegato, in questo viaggio il Papa ha voluto affrontare tale questione in tre modi diversi: “Con le parole dell’omelia, con l’incontro con le vittime e con l’incontro con le persone impegnate nella salvaguardia, nella tutela dei giovani e dei bambini”. “Quest’ultimo aspetto – ha evidenziato – è un po’ una novità rispetto ad altri viaggi e dimostra la completezza degli approcci con cui la Chiesa deve affrontare questa situazione guardando anche in avanti e mettendo proprio tutte le premesse perché la testimonianza sia credibile e ci sia la garanzia di poter evitare per sempre il ripetersi di errori e di crimini”.

Zenit, Agi