giovedì 11 novembre 2010

Esortazione Apostolica 'Verbum Domini' (2). Verbum in Ecclesia: la Parola nella Liturgia e nella vita della Chiesa, pastorale biblica e matrimonio

Il documento affronta, nella seconda parte denominata "Verbum in Ecclesia", il rapporto tra Parola di Dio e Liturgia. Il Papa torna a formulare la richiesta di “una maggior cura della proclamazione della Parola di Dio”: i lettori “siano veramente idonei e preparati con impegno” (58). C’è poi un nuovo richiamo a “migliorare la qualità” delle omelie: "Coloro che per ministero specifico sono deputati alla predicazione abbiano veramente a cuore questo compito", scrive Benedetto XVI. "Si devono evitare omelie generiche ed astratte, che occultino la semplicità della Parola di Dio, come pure inutili divagazioni che rischiano di attirare l'attenzione sul predicatore piuttosto che al cuore del messaggio evangelico". I preti devono conosce la Sacra Scrittura e predicare "con convinzione e passione" (59). Si ribadisce l’opportunità di un Direttorio omiletico (60). Il Papa auspica che si diffonda la 'Liturgia delle ore', che "non potrà che aumentare tra i fedeli la familiarità con la Parola di Dio", e sottolinea: "Il nostro tempo non favorisce il raccoglimento e a volte si ha l'impressione che ci sia quasi timore a staccarsi, anche per un momento, dagli strumenti di comunicazione di massa. Per questo è necessario oggi educare il Popolo di Dio al valore del silenzio. Riscoprire la centralità della Parola di Dio nella vita della Chiesa vuol dire anche riscoprire il senso del raccoglimento e della quiete interiore" (66). Il Sinodo del 2008 sulla Bibbia, ricorda ancora il Papa, "ha vivamente ribadito quanto, peraltro, già stabilito dalla norma liturgica della Chiesa, che le letture tratte dalla sacra Scrittura non siano mai sostituite con altri testi, per quanto significativi dal punto di vista pastorale o spirituale". Si tratta "di una disposizione antica della Chiesa che va mantenuta. Di fronte ad alcuni abusi, già il Papa Giovanni Paolo II aveva richiamato l'importanza di non sostituire mai la sacra Scrittura con altre letture. Ricordiamo che anche il Salmo responsoriale è Parola di Dio, con la quale rispondiamo alla voce del Signore e per questo - scrive Papa Ratzinger - non deve essere sostituito da altri testi; mentre è assai opportuno poterlo eseguire in forma cantata" (69). Viene ricordata l’importanza del canto gregoriano (70) e si raccomanda “un’attenzione particolare” a non vedenti e non udenti (71). C’è poi la richiesta di incrementare la “pastorale biblica”, un'animazione che permetta ai fedeli cattolici di conoscere meglio la Bibbia "sarà anche il modo migliore per far fronte ad alcuni problemi pastorali emersi durante l'Assemblea sinodale legati, ad esempio, alla proliferazione di sette, che diffondono una lettura distorta e strumentale della sacra Scrittura". "Là dove non si formano i fedeli ad una conoscenza della Bibbia secondo la fede della Chiesa nell'alveo della sua Tradizione viva, di fatto si lascia un vuoto pastorale in cui realtà come le sette possono trovare terreno per mettere radici". Per questo "è necessario anche provvedere ad una preparazione adeguata dei sacerdoti e dei laici che possano istruire il Popolo di Dio nel genuino approccio alle Scritture" (73). E’ necessaria “un’adeguata formazione dei cristiani e, in particolare, dei catechisti”, riservando attenzione “all’apostolato biblico” (75). "Gesù stesso ha voluto inserire il matrimonio tra le istituzioni del suo Regno elevando a sacramento quanto iscritto originariamente nella natura umana". Il Papa rileva che "la fedeltà alla Parola di Dio porta anche a rilevare che questa istituzione oggi è posta per molti aspetti sotto attacco dalla mentalità corrente". "Di fronte al diffuso disordine degli affetti e al sorgere di modi di pensare che banalizzano il corpo umano e la differenza sessuale, la Parola di Dio - sottolinea Benedetto XVI - riafferma la bontà originaria dell'uomo, creato come maschio e femmina e chiamato all'amore fedele, reciproco e fecondo". “Il Sinodo auspica che ogni casa abbia la sua Bibbia e la custodisca in modo dignitoso, così da poterla leggere e utilizzare per la preghiera”. Viene quindi evidenziato il contributo del “genio femminile” negli studi biblici, nonché il “ruolo indispensabile delle donne nella famiglia, nell’educazione, nella catechesi e nella trasmissione dei valori”. Il documento invita alla pratica della lectio divina (85-87).

Radio Vaticana, Apcom, Agi