“La specificità cristiana” è “l'annuncio che la Parola eterna si è fatta carne”. Lo scrive Gian Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, sul numero in uscita del quotidiano della Santa Sede, commentando la pubblicazione dell’Esortazione Apostolica postsinodale di Papa Benedetto XVI “Verbum Domini” sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. “La Parola divina, rivelata nelle Scritture e soprattutto incarnata in Gesù di Nazaret, non è una parola del passato – osserva Vian –. Al contrario, è una Parola viva, da leggere secondo la tradizione e nella Chiesa”. E la Parola “torna a incarnarsi nel cuore di chi incontra Cristo” e “ascolta le sue parole. Per questo il cristianesimo non è una religione del libro. Anche se la necessità di comunicare e trasmettere la Parola (lògos) l'ha subito resa una tradizione religiosa legata ai libri”. A mostrarlo è, secondo Vian, “la storia delle numerosissime biblioteche cristiane, spesso fatalmente disperse, e in particolare quella dell'istituzione legata alla Chiesa di Roma, modernamente concepita e voluta da Niccolò V nello splendore dell'umanesimo e rinnovata per la contemporaneità da Pio XI, nella stagione d'oro dei cardinali Ehrle e Mercati”.