Nella Hörsaal del Seminario di Friburgo, Benedetto XVI ha poi incontrato i membri del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK). Dopo l’introduzione del presidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, ed il saluto del presidente del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi Alois Glück, il Papa ha pronunciato il suo discorso. Benedetto XVI ha espresso all'inizio il desiderio che anche in Germania possano avere luogo i cosiddetti 'exposure' destinati da anni ai Paesi in via di sviluppo e in base ai quali “persone responsabili della politica, dell’economia e della Chiesa vivono, per un certo tempo, con i poveri in Africa, Asia o America Latina e condividono la loro vita concreta quotidiana”. "Esperti provenienti da un Paese lontano verrebbero a vivere per una settimana presso una famiglia tedesca media. Qui ammirerebbero tante cose, ad esempio il benessere, l'ordine e l'efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell'ambito religioso". Il Papa ha denunciato l'esistenza di un "relativismo subliminale" che "penetra tutti gli ambiti della vita. A volte, questo relativismo diventa battagliero, rivolgendosi contro persone che affermano di sapere dove si trova la verità o il senso della vita". Tra le conseguenze di questo relativismo, Benedetto XVI ha annoverato la "incostanza", la "discontinuità" e l'"individualismo" di molte persone. "Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrificio per altri. Anche l'impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner". “Quasi non si trova più il coraggio di promettere di essere fedele per tutta la vita – ha notato il Papa –; il coraggio di decidersi e di dire: io ora appartengo totalmente a te, oppure di impegnarsi con decisione per la fedeltà e la veracità, e di cercare con sincerità le soluzioni dei problemi”. "Vediamo - ha detto ancora il Papa - che nel nostro mondo ricco occidentale c'è carenza: tante persone sono carenti dell'esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente. Occuparsi di questa domanda è il compito principale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione". "In Germania la Chiesa è organizzata in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c'è un'eccedenza delle strutture rispetto allo spirito. Aggiungo: La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace". “Torniamo alle persone alle quali manca l’esperienza della bontà di Dio – ha incoraggiato infine il Santo Padre –. Hanno bisogno di luoghi, dove possano parlare della loro nostalgia interiore. Qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Una di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio". “Il Signore - ha concluso - per essere insieme luci nel mondo e per mostrare al nostro prossimo la via verso la sorgente, dove possono soddisfare il loro più profondo desiderio di vita”.
Zenit, TMNews
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XVI) - il testo integrale del discorso del Papa