domenica 11 settembre 2011

Il saluto al Papa di una coppia di fidanzati: dove trovare il coraggio per far fronte alle sfide, come possiamo testimoniare l'amore di Dio?

“Viviamo un tempo particolare della nostra vita, un tempo che ci vede protagonisti del nostro futuro e collaboratori con Dio nella realizzazione del suo progetto su di noi. E' il tempo straordinario e bellissimo del fidanzamento”. A salutare il Papa e a offrire la loro testimonianza nell’incontro di Benedetto XVI con i fidanzati a piazza del Plebiscito, ad Ancona, a conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, sono stati Massimiliano Bossio e Fabiana Frapiccini. “In questo cammino – ha spiegato la coppia - abbiamo la possibilità e la grazia di scoprirei giorno dopo giorno come un mistero che lentamente si svela in tutta la sua bellezza. Siamo coscienti che la fase dell'innamoramento copre solo il primo tratto di strada da percorrere insieme; è l'Amore, quello che si costruisce nelle pieghe del quotidiano, che costituisce una consapevolezza e una maturazione di un rapporto che va oltre ‘l'oggi’, il ‘qui’ e il ‘subito’”. Questo, hanno chiarito, “è un aspetto che non abbiamo mai voluto sottovalutare, maturando giorno per giorno una scelta e scoprendo una vocazione che per sua natura è rappresentata da un progetto di famiglia che nasce dal cuore di Dio. Sappiamo che questo è un momento da curare e coltivare, un periodo del nostro percorso di coppia che segna le basi del nostro ‘sì’ per sempre”. Massimiliano ha, quindi, esposto, alcune difficoltà e paure: La precarietà e l'insicurezza circa il nostro futuro ci bloccano nel lasciare le nostre famiglie di origine; la difficoltà a trovare un lavoro stabile ci ha fatto allungare i tempi della scelta; la fragilità dei legami che vediamo sciogliersi con facilità intorno a noi ci turba. Molto spesso si aspetta che tutto sia ben definito e definitivo: una casa, un lavoro sicuro, ma allo stesso tempo la definitività del rapporto in qualche modo risulta essere motivo per non scegliere e fonte di incertezza”. Di qui la domanda al Papa: “Dove trovare il coraggio per far fronte a queste sfide, per andare oltre la ‘certezza delle cose materiali’ e per trovare fiducia nella Provvidenza del Padre?”. Anche Fabiana ha sottolineato che quello del fidanzamento “è stato ed è un tempo ricco di stupore e di bellezza ma non esente da inquietudine e domande”. Perciò, ha chiesto a Benedetto XVI: “Con quali atteggiamenti la coppia di fidanzati può testimoniare l'amore di Dio? Qual è la testimonianza che i fidanzati possono dare nella e alla comunità cristiana e come possono viverla con una propria specificità? Oltre al corso pre-matrimoniale, quale cura e attenzione dovrebbe avere la comunità nei confronti dei fidanzati?”. “Il fatto che questi giovani si chiamino ‘fidanzati’, li pone nella prospettiva di essere costruttori di fiducia, di speranza, li rivela alla scuola del tempo e della grazia nella costruzione di un progetto che hanno prima di tutto ricevuto come dono” ha detto in precedenza mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, nel saluto al Santo Padre. I fidanzati “vivono un tempo di crescita, di responsabilità”, ma anche un tempo “carico di timori, di incertezze e i giovani fidanzati si sentono soli ad attraversare le varie tappe del loro cammino”. In questo itinerario, “la tentazione di chiudersi e di isolarsi, li porta a volte a non chiedere aiuto e ad affidarsi solo alla propria esperienza e autosufficienza”. “Sappiamo – ha evidenziato il presule - quanto pressioni esterne e fragilità interiori spingono i nostri giovani a orientarsi verso esperienze di prova, limitate nel tempo o semplicemente ridotte a un fatto privato. Molte coppie che si presentano nelle nostre parrocchie per chiedere di poter celebrare il matrimonio religioso già convivono da molto tempo ed alcune hanno già dei figli”. Le pressioni esterne, secondo mons. Menichelli, “fanno leva sulla paura di instaurare relazioni stabili, sull'incapacità di accettare i propri limiti e trasformarli in risorse, sulle particolari condizioni economiche (spesso precarie e incerte), sui legami con le famiglie di origine che condizionano la libertà delle loro scelte. Tutto questo, unito ad una diffusa fragilità e a diffidenza nei confronti dell'istituto matrimoniale, prolunga il tempo del fidanzamento che non è più ‘noviziato’ alla vocazione sponsale ma tempo fruito come esperienza a due”. Su questa fragilità, “la Parola di Dio risuona nella sua bellezza e nella sua forza” . “Noi crediamo – ha chiarito l’arcivescovo di Ancona-Osimo - che il Signore Gesù si accompagna a loro come ai discepoli di Emmaus e svela il suo progetto, sostiene le scelte, dona forza nella fatica, non come un estraneo né tanto meno come un antagonista ma come Colui che è in mezzo e cammina con noi, e svela il progetto d'amore di Dio stimolando alla fiducia nella Provvidenza del Padre”. “L'Eucaristia – ha concluso il presule - è parola di luce e cibo per il cammino che questi cari giovani sanno di dover intraprendere come obbedienza alla volontà di Dio”.

SIR

Domande dei fidanzati

Discorso di mons. Menichelli