Il Papa "auspica che ogni mancanza di rispetto verso Dio, i Santi e i simboli religiosi incontri la reazione ferma e composta della comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi pastori". Lo scrive la Segreteria di Stato in una lettera indirizzata al domenicano padre Giovanni Cavalcoli, del convento bolognese di San Domenico, che l’8 gennaio aveva inviato al Pontefice una missiva parlando dello spettacolo di Romeo Castellucci, in programma al Teatro Parenti di Milano la prossima settimana. La lettera vaticana, datata 16 gennaio, è firmata dall’assessore della Segreteria di Stato, lo statunitense Brian B. Wells. Padre Calavalcoli, nella lettera inviata a Benedetto XVI, scriveva a nome di un gruppo di fedeli definendo "indegno e blasfemo" lo spettacolo, un’opera "gravemente offensiva della persona del nostro Divin Salvatore Gesù Cristo". "Ci addolora inoltre in modo particolare – continuava il teologo domenicano – la consapevolezza che questo inqualificabile atto di empietà colpisca pure, benché indirettamente, la venerabile e da noi amata persona di vostra Santità", in quanto Vicario di Cristo. Padre Cavalcoli osservava che l’avvenimento non rappresenta "un fenomeno casuale, isolato e senza radici", ma si inserisce in "una crescente ostilità nei confronti del cristianesimo che si sta diffondendo nel mondo, nonché di un sintomo ed effetto di un disagio e di una crisi spirituali profondi e diffusi ormai da decenni anche in Italia, in parte anche per una mancata o malintesa applicazione del Concilio Vaticano II". Dopo aver citato le forze che dentro la Chiesa "remano contro" il Papa, Cavalcoli afferma che episodi come quello del controverso spettacolo di Castellucci "sono resi possibili non solo dagli attacchi della cosiddetta 'cristianofobia', ma anche da gravi vuoti e carenze dottrinali ed educative non dovutamente eliminati da parte di chi di dovere. Pensiamo in modo particolare – scrive il domenicano, riferendosi ai casi di pedofilia del clero – allo scandalo subito dai bambini, nei confronti del quale il Signore ha parole di estrema severità". "Siamo preoccupati – conclude Cavalcoli – per coloro che, come il Castellucci, cercano di trarre vantaggio da una situazione nella quale si fa desiderare una maggiore vigilanza da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche". Otto giorni dopo l’invio, dunque a stretto giro di posta, ecco la risposta della Segreteria di Stato, nella quale, citando la lettera del frate domenicano, si parla dell’opera teatrale "che risulta offensiva nei confronti del Signore Nostro Gesù Cristo e dei cristiani". "Sua Santità – continua la missiva vaticana firmata dall’assessore Wells – ringrazia vivamente per questo segno di spirituale vicinanza e, mentre auspica che ogni mancanza di rispetto verso Dio, i santi e i simboli religiosi incontri la reazione ferma e composta della comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi pastori, le augura ogni bene per il ministero e invia di cuore l’implorata benedizione apostolica".
Andrea Tornielli, Vatican Insider
La risposta della Segreteria di Stato
Lettera di padre Giovanni Cavalcoli a Benedetto XVI