“Questa è la nostra fede” è il titolo della lettera pastorale del card, Jaime Ortega Alamino, arcivescovo de La Habana con motivo dell’Anno della fede, nella quale riflette sulle caratteristiche e necessità in questo momento della storia di Cuba, approfondendo sulla fede del popolo in Cristo. Nel testo, il porporato cubano analizza alcune cause dell’attuale crisi etica nel mondo segnalando come detonante “silenzioso e profondo” l’assenza di Dio nell’orizzonte umano. Il card. Ortega afferma che davanti all’assenza di riferimenti sul Creatore, l’uomo di oggi resta da solo davanti alla propria coscienza e in mezzo a un mondo deturpato dal relativismo. “Si pretende creare un’etica nuova o meglio innovativa che, avvolta nel silenzio su Dio, risulta imprecisa e variabile”, si legge nella lettera pastorale che è stata consegnata ai fedeli alla fine della celebrazione eucaristica di apertura dell’Anno della fede nella Cattedrale de La Habana. Il porporato insiste nella necessità di professare una fede che si faccia accompagnare dalla ragione, perche altrimenti diventerebbe un “fideismo volontario”, una realtà che si può costatare oggi “nell’uso che alcuni gruppi fanno della religione per incoraggiare la violenza e il terrore o nella proliferazione di sette veramente fanatiche”. A Cuba, dove la fede in Cristo Gesù è stata perseguitata e silenziata, scrive l’arcivescovo de La Habana, è importante per il cubano, che vive in mezzo all’incertezza e la frustrazione, poter realizzare l’incontro con Dio. Il ruolo del cristianesimo nella società civile, spiega Ortega, è fare in modo che l’uomo e la donna possano raggiungere la felicità personale e contribuire a edificare un mondo integralmente migliore. “Per fare questo – afferma, ci vuole altro che le grandi scoperte scientifiche o la parziale soddisfazione materiale, ma la crescita spirituale capace di dare un significato alla vita e trovare la strada della giustizia e della speranza”. Il porporato cubano ha incoraggiato i fedeli a intraprendere la Nuova Evangelizzazione che “è indirizzata ai cattolici di tutte le comunità perché ci sono riferimenti a Cristo e alla sua Chiesa, tante volte imperfetti, confuse o cancellate dalla storia di famiglie e popoli per il materialismo, per le sette, per gruppi religiosi sincretici, e per il cattivo esempio di tanti cristiani”. Infine, l’arcivescovo de La Habana ha ricordato che l’incontro con Gesù è sempre sconvolgente dato che la persona cambia di prospettiva e di mentalità, per “nascere di nuovo”.
La crisi nella fede dei cattolici coreani "nasce dalle deboli fondamenta della promozione del messaggio cristiano. Spero e chiedo a tutti voi di rilanciare programmi fattuali che, per l'Anno della fede, promuovano una rinascita del nostro impegno comune". Lo scrive l'arcivescovo di Seoul, mons. Andrew Yeom Soo-jung, nella lettera episcopale che accompagna "Introduzione all'Anno della fede", un libretto inviato dall'arcidiocesi a tutte le parrocchie. La lettera si intitola "Camminiamo sulla strada della fede con gli occhi fissi su Cristo, che ci guida verso la pienezza". Nel testo, il presule scrive: "Dovreste tutti provare la gioia della fede anche attraverso il 'servizio dell'amore', un servizio che porta sempre frutti. Inoltre dovrebbero essere frequenti la lettura e la meditazione della Bibbia, la preghiera incessante, l'ascolto degli insegnamenti della Chiesa e la partecipazione devota alla Messa". Il libro è stato preparato per i fedeli, pensato per "rendere più fruttuosa questa grande esperienza dell'Anno della Fede". Invita i parroci e i religiosi a portare avanti "programmi concreti" per una maggiore partecipazione della comunità agli eventi cattolici e contiene la Lettera apostolica Porta Fidei e una spiegazione dei cinque motti scelti dall'arcidiocesi per la celebrazione di questo Anno, voluto da Benedetto XVI.
Radio Vaticana, AsiaNews
La crisi nella fede dei cattolici coreani "nasce dalle deboli fondamenta della promozione del messaggio cristiano. Spero e chiedo a tutti voi di rilanciare programmi fattuali che, per l'Anno della fede, promuovano una rinascita del nostro impegno comune". Lo scrive l'arcivescovo di Seoul, mons. Andrew Yeom Soo-jung, nella lettera episcopale che accompagna "Introduzione all'Anno della fede", un libretto inviato dall'arcidiocesi a tutte le parrocchie. La lettera si intitola "Camminiamo sulla strada della fede con gli occhi fissi su Cristo, che ci guida verso la pienezza". Nel testo, il presule scrive: "Dovreste tutti provare la gioia della fede anche attraverso il 'servizio dell'amore', un servizio che porta sempre frutti. Inoltre dovrebbero essere frequenti la lettura e la meditazione della Bibbia, la preghiera incessante, l'ascolto degli insegnamenti della Chiesa e la partecipazione devota alla Messa". Il libro è stato preparato per i fedeli, pensato per "rendere più fruttuosa questa grande esperienza dell'Anno della Fede". Invita i parroci e i religiosi a portare avanti "programmi concreti" per una maggiore partecipazione della comunità agli eventi cattolici e contiene la Lettera apostolica Porta Fidei e una spiegazione dei cinque motti scelti dall'arcidiocesi per la celebrazione di questo Anno, voluto da Benedetto XVI.
Radio Vaticana, AsiaNews