"Noi non crediamo a favole, come ingenuamente qualcuno sostiene. La nostra fede è radicata su una persona storica, realmente vissuta e di cui abbiamo documenti solidi".
Lo sottolinea mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, che commenta sul settimanale Oggi l'ultimo libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, "L'infanzia di Gesu'". "Benedetto XVI - ricorda Fisichella - ha speso tutta la sua vita a riflettere su ciò che è più importante nella vita di un cristiano: Gesè Cristo.
La fede chiede ai credenti di entrare in una conoscenza sempre più profonda del mistero cui si crede".
"L'esigenza di ritrovare i fatti storici e distinguerli dall'interpretazione che i discepoli o l'autore del Vangelo ne hanno voluto dare, è un compito - ricorda l'arcivescovo - importante e non facile.
Richiede una preparazione specialistica, la conoscenza dell'ebraico, del greco e del latino, dei costumi e delle consuetudini dell'epoca e dei popoli confinanti, insomma, una conoscenza scientifica che permette di raggiungere risultati certi per dare un forte sostegno alla fede".
"Benedetto XVI, da gran teologo, ha già pubblicato due volumi su Gesù di Nazaret per offrire il suo contributo a una ricerca che dura da 2000 anni e ancora continuerà nel futuro", rileva mons. Fisichella, per il quale "il fascino che deriva dalla persona di Gesù e dal suo insegnamento sarà sempre fonte di interesse e ricerca per gli uomini".
Per il capo dicastero, anche "l'ultimo volume che riguarda i racconti dell'infanzia, un capitolo molto difficile, perchè abbiamo pochi dati storici e anche i Vangeli sono molto parchi nel fornire notizie in proposito", sarà certamente "un altro best seller e una bella lettura, che permetterà di cogliere i tratti più salienti di Gesu' narrato nella sua infanzia e fanciullezza".
Agi
Perché il Papa ha scritto un libro sull’infanzia di Gesù?
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