venerdì 2 ottobre 2009

Foto pedo-pornografico nel computer di un vescovo canadese. Benedetto XVI accetta le sue dimissioni

Lo hanno fermato per un controllo e hanno trovato sul suo computer portatile foto pornografiche con bambini: per questo il prelato si è prontamente dimesso e la sua rinuncia è stata immediatamente accettata. La Chiesa canadese è ancora sotto choc per quanto accaduto nei giorni scorsi a mons. Raymond John Lahey, 69 anni, dal 2003 vescovo di Antigonish. Lo scorso 15 settembre, la polizia doganale dell’aeroporto internazionale di Ottawa ha effettuato dei controlli sul notebook e su "altri strumenti di comunicazione" che il vescovo portava con sé al rientro in Canada. Nella memoria del computer è stato trovato materiale pedo-pornografico. È scattato immediatamente il fermo, ma dopo il sequestro del materiale, Lahey è stato rilasciato. L’inchiesta, informano le autorità, ha portato all’incriminazione del vescovo per "possesso e importazione di pornografia infantile", ed è stato spiccato un mandato d’arresto per il momento non eseguito. Il prelato, appena rientrato ad Antigonish, piccolo capoluogo di contea della provincia orientale canadese della Nuova Scozia e sede della Saint Francis Xavier University, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera di dimissioni. Sabato scorso, mentre Benedetto XVI era impegnato nel primo giorno del viaggio nella Repubblica Ceca, la Sala Stampa vaticana ha dato notizia che "il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Antigonish" presentata da mons. Lahey "in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico". Il paragrafo due del canone 401 recita che "il vescovo diocesano che per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all’adempimento del suo ufficio, è vivamente invitato a presentare la rinuncia dall’ufficio". Ed è del tutto evidente che l’essere stato trovato in possesso di materiale pornografico e per di più infantile, rappresenta una causa piuttosto grave per un vescovo. Proprio il vescovo Lahey, nell’agosto scorso, aveva acquisito una certa notorietà perché era apparso in televisione per annunciare che la sua diocesi accettava di versare ben 13 milioni di dollari canadesi (poco più di otto milioni di euro) a una quindicina di vittime di abusi sessuali commessi da un sacerdote nei decenni scorsi. Il vescovo aveva chiesto scusa alle vittime e alle loro famiglie a nome della diocesi, dicendo di "sperare di non dover mai più trovarsi davanti a simili riprovevoli comportamenti". Nella lettera con cui annunciava la sua rinuncia al clero e ai fedeli di Antigonish, resa nota prima che le autorità divulgassero la notizia del sequestro del materiale all’aeroporto e le conclusioni dell’inchiesta, Lahey affermava che le dimissioni erano state presentate "per motivi personali", riconoscendo che la sua uscita di scena avviene "in un tempo in cui la diocesi deve affrontare molte domande di cambiamento". La pubblicazione della notizia delle vere ragioni della rinuncia ha provocato, com’era prevedibile, un terremoto nella comunità cattolica canadese. L’arcivescovo di Halifax, nominato dal Papa amministratore apostolico della diocesi di Antigonish, in attesa della designazione del nuovo vescovo, ha dichiarato mercoledì di essere "choccato e rattristato per queste devastanti notizie".

Andrea Tornielli, Il Giornale