venerdì 2 ottobre 2009

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Il grande dinamismo della Chiesa nel continente nero dalla prima evangelizzazione a oggi

“La Chiesa in Africa ha avuto un grande dinamismo” negli ultimi anni. “Dal 1978 al 2007, il numero dei cattolici africani è passato da 55.000.000 a circa 165.000.000. Anche le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata hanno avuto una notevole crescita”. A tracciare il profilo della Chiesa africana, che si appresta a vivere la II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, è stato oggi mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante il “briefing” di presentazione nella sala stampa vaticana. Mons. Eterović ha ricordato che “dal 1994 al 2008 sono stati uccisi in Africa, a causa del nome di Gesù Cristo, ben 521 agenti di pastorale”. Nel 2008, ha detto il segretario generale, “di 20 operatori pastorali cattolici uccisi nel mondo, 5 sono stati africani: 3 sacerdoti, 1 religioso e 1 volontario laico, provenienti rispettivamente da Kenya, Guinea Conacry, Nigeria e Repubblica Democratica del Congo”. Il segretario generale del Sinodo ha sottolineato che “il Vangelo da loro annunciato è il vero sale della terra, garanzia di un’evangelizzazione con profonde radici. La Buona Notizia accompagnata dalla testimonianza limpida del loro servizio ecclesiale diventa la luce che brilla nelle tenebre del mondo, talvolta troppo densamente concentrate su alcune parti del continente africano”. Mons. Eterović ha anche ripercorso la storia della Chiesa africana: “In alcune zone, come per esempio nell’attuale Angola, la Buona Notizia è stata annunciata oltre 500 anni fa”. Mentre, nelle regioni dell’Africa Nord Est, “dai tempi apostolici”. In altre regioni, invece, “la luce del Vangelo è penetrata con i missionari circa 100 anni fa”. Per il segretario generale del Sinodo, “uno dei segni di fecondità apostolica sono le vocazioni missionarie africane. Vi sono sempre di più sacerdoti, religiosi, religiose e laici che svolgono il servizio pastorale presso altre Chiese particolari in Africa o in altri continenti”. Essi, ha proseguito il vescovo, cercano tra l’altro di “alleviare le ferite aperte nello spirito e nel corpo dei loro confratelli di fronte alle grandi sfide del sottosviluppo e, dunque, della fame, delle malattie, delle violenze, incluse le guerre”. L’auspicio della Chiesa in Africa, ha concluso mons. Eterović, è “intraprendere, con rinnovato zelo, l’azione di evangelizzazione e di promozione umana nel grande continente. Una Chiesa riconciliata al suo interno diventerà annunciatrice credibile della riconciliazione anche al livello della società, apportando un insostituibile contributo alla promozione della giustizia e al raggiungimento della pace”.

SIR