giovedì 16 settembre 2010

Il Papa in volo verso il Regno Unito: l'accoglienza e la religiosità del Paese, gli abusi sessuali dei preti, il card. Newman e la visita di stato

Durante il volo papale verso Edinburgo si è svolto il consueto incontro con i giornalisti del seguito. Il Papa ha risposto a cinque domande: l'accoglienza che si aspetta nel Regno Unito, la secolarizzazione e la religiosità in questo Paese, la questione degli abusi da parte di esponenti del clero, la figura del card. Newman e il carattere di visita di Stato di questo viaggio. Ha guidato l'incontro il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi.
L'accoglienza. Benedetto XVI ha dichiarato di non essere ''preoccupato'' per eventuali manifestazioni di ostilità durante il suo viaggio. ''Non sono preoccupato perchè quando sono andato in Francia mi era stato detto che era il Paese più anticlericale, e quando sono andato in Repubblica Ceca, mi avevano avvertito che era la nazione meno religiosa d'Europa'', ha detto il Papa. ''Sia in Francia che in Repubblica Ceca ho ricevuto un'accoglienza calorosa da parte della comunità cattolica e grande attenzione da parte degli agnostici, ma anche tolleranza di quanti sono anticattolici'', ha continuato. ''Nel Regno Unito sono sicuro che da un lato l'accoglienza sarà positiva, e che dall'altra ci saranno rispetto e tolleranza reciproci. Io vado avanti con grande coraggio e gioia'', ha aggiunto Benedetto XVI.
La religiosità del Regno Unito. Se la Gran Bretagna è ritenuto un Paese secolarizzato, con un forte movimento di ateismo, hanno osservato i giornalisti, pure c’è una fede viva a livello personale. Dunque, cosa possono fare cattolici e anglicani per rendere la Chiesa più attrattiva? Non è questo il compito della Chiesa, ha spiegato Benedetto XVI: “Direi che una Chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata, perché la Chiesa non lavora per sé, non lavora per aumentare i propri numeri e così il proprio potere. La Chiesa è al servizio di un Altro: serve non per sé, per essere un corpo forte, ma serve per rendere accessibile l’annuncio di Gesù Cristo, le grandi verità e le grandi forze di amore, di riconciliazione che vengono sempre dalla presenza di Gesù Cristo". “In questo senso – ha auspicato il Santo Padre – cattolici e anglicani hanno lo stesso compito e direzione da prendere”. "Se anglicani e cattolici capiscono che non devono servire se stessi, ma sono strumenti di Cristo, amici dello Sposo, come dice San Giovanni, se ambedue eseguono la priorità di Cristo e non di se stessi, camminano anche insieme, perché la priorità di Cristo li accomuna e non sono più concorrenti ed ognuno non cerca di avere il maggiore numero di fedeli, ma si ritrovano insieme nell’impegno per la verità di Cristo che entra in questo mondo e così si trovano anche reciprocamente in un vero e fecondo ecumenismo".
La pedofilia nella Chiesa. Sulla vicenda dei preti pedofili "l'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, né sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie". "Ora siamo in un momento di penitenza, di umilità e di sincerità - ha detto il Papa - come ho scritto anche ai vescovi dell'Irlanda. Dobbiamo realizzare un tempo di penitenza e di umilità e dobbiamo rinnovare e reimparare una assoluta sincerità. Le rivelazioni sullo scandalo degli abusi sono state per me uno shock, sono motivo di grande tristezza, perché è difficile da capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile. Il sacerdote, nel momento dell'ordinazione, preparato da anni a questo momento, promette a Cristo di diventare la sua voce, la sua bocca, la sua mano, e di servire con tutta l'esistenza quel buon pastore che ama, aiuta e guida la verità. Come un uomo che ha fatto e detto queste cose possa poi cadere in questa perversione è difficile da capire". Per il Papa il "primo interesse sono le vittime, come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare questo trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare anche la fiducia nel messaggio di Cristo". "L'impegno per le vittime - ha spiegato - è la prima priorità con aiuti materiali, psicologici e spirituali. Secondo - ha aggiunto - è il problema delle persone colpevoli: la giusta pena escluderli da ogni possibilità di accesso ai giovani, perchè sappiamo che questa è una malattia che la libera volontà non funziona ove c'è questa malattia quindi dobbiamo proteggere queste persone contro se stesse, e trovare il modo di aiutarle e proteggerle da se stesse ed escluderle da ogni accesso ai giovani". Per Benedetto XVI "il terzo punto è - poi - la prevenzione e l'educazione nella scelta dei candidati al sacerdozio. Essere così attenti che secondo le possibilità umane si esclude futuri casi. Vorrei in questo momento anche ringraziare l'episcopato britannico per la sua attenzione e collaborazione sia con la sede di San Pietro sia con le istanze pubbliche e l'attenzione per le vittime e per il diritto". "L'episcopato britannico - ha riconosciuto il Papa - ha fatto e fa un grande lavoro quindi sono molto grato".
La figura del card. Newman. "Newman è soprattutto da una parte un uomo moderno che ha vissuto tutto il problema della modernità, che ha vissuto anche il problema dell'agnosticismo il problema dell'impossibilità di conoscere Dio, di credere". Del cardinale inglese, convertitosi dall'anglicanesimo, Benedetto XVI ha voluto richiamare "tre elementi: modernità della sua esistenza con tutti i dubbi e i problemi del nostro essere di oggi, cultura grande, conoscenza dei grandi tesori della cultura dell'umanità e disponibilità di ricerca permanente di rinnovamento permanente e spiritualità, vita spirituale con Dio danno a questo un uomo un eccezionale grandezza nel nostro tempo è una figura di dottore della Chiesa per noi e per tutti e un ponte tra anglicani e cattolici". Il card. Newman, ha aggiunto, "in tutta la sua vita è stato in cammino, per lasciarsi trasformare dalla verità in una ricerca di grande sincerità e di grande disponibilità di conoscere e di trovare e di accettare la strada che da la vera vita, questa modernita' interiore della sua vita implica la modernità della sua fede". La sua, dunque, "non è stata una fede in formule del tempo passato ma una fede personalissima, vissuta sofferta, trovata in un lungo cammino di rinnovamento e di conversioni". Inoltre, "è stato un uomo di grande cultura che da una parte partecipa nella nostra cultura scettica di oggi possiamo capire qualcosa di certo sulla verità dell'uomo di essere o no e come possiamo arrivare alle convergenza delle verosimilità". Ed in particolare "con una grande cultura della conoscenza dei padri della Chiesa, ha studiato e rinnovato la genesi e il dono della fede riconosciuta così la figura essenzialmente interiore". Infine, "un uomo di una grande spiritualità di un grande umanesimo, un uomo di preghiera, di una relazione profonda con Dio e di una relazione propria perciò anche di una relazione profonda con gli uomini del suo tempo".
Il carattere del viaggio. "Sono molto grato a Sua Maestà la Regina Elisabetta II che voleva dare a questa visita il rango di visita
di stato, che sa esprimere il carattere pubblico di questa visita e anche la responsabilità comune della politica e della religione per il futuro del continente e per il futuro anche dell'umanità". Parlando con i giornalisti, Benedetto XVI ha evocato "la grande comune responsabilità" che condivide con la Regina Elisabetta "perchè i valori che creano giustizia e politica e che vengano dalla religione siano insieme, in cammino nel nostro tempo". "Il fatto che giuridicamente è una visita di Stato non rende la mia visita - ha poi aggiunto - un fatto politico perchè se il Papa fa un capo di Stato questo eè solo uno strumento per garantire l'indipendenza del suo annuncio e il carattere pubblico del suo lavoro di pastore". In questo senso, per il Pontefice, "anche la visita di stato rimane sostanzialmente ed essenzialmente una visita pastorale, cioè una visita nella responsabilità della fede nella quale il Sommo Pontefice il Papa esiste e naturalmente il centro dell'attenzione qauesta visita di stato proprio le coincidenze tra l'interesse della politica e della religione". "La politica - ha ricordato in proposito Papa Ratzinger - sostanzialmente è creata per garantire giustizia, la giustizia e la libertà, giustizia è una valore morale, religioso e così l'annuncio della fede si collega nel punto giustizia alla politica e qui nascono anche gli interessi comuni". E la Gran Bretagna, "ha una grande esperienza e una grande attività nella lotta contro il male di questo tempo, la miseria, la povertà, le malattie la droga e tutte queste lotte contro la miserie, le povertà, la schiavitù dell'uomo sono anche scopi della fede perchè sono scopi dell'umanizzazione dell'uomo perchè sia restituito all'immagine di Dio contro la le distruzioni e le devastazioni". "Il secondo compito comune - ha continuato - è l'impegno per la pace nel mondo e la capacità di vivere la pace, l'educazione alla pace. Creare le virtù che vedono l'uomo capace di pace. E finalmente l'elemento essenziale della pace è il dialogo delle religioni, tolleranza, apertura dell'uomo e dell'altro e questo anche con un profondo scopo sia della Bretagna sia della fede cattolica di aprire il cuore, di aprire al dialogo, di aprire così alla verità, al cammino comune dell'umanità e alla ritrovata dei valori che sono fondamento del nostro umanesimo".

Radio Vaticana, Asca, Agi

INCONTRO CON I GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO IL REGNO UNITO - il testo integrale del colloquio del Papa