mercoledì 12 settembre 2012

Benedetto XVI a Mantova nel 2014 in occasione del centenario della morte di San Pio X e della conclusione dei restauri della Basilica di Sant'Andrea

Benedetto XVI visiterà Mantova nel 2014. Il mese e i giorni saranno stabiliti, ma le circostanze sono già certe: il centenario della morte di San Pio X che fu vescovo della diocesi per un decennio e al quale Papa Ratzinger è molto devoto; la prevista conclusione dei restauri della bBsilica di Sant'Andrea (foto). Mons. Roberto Busti aggiunge il dramma del terremoto che ha colpito case, scuole, posti di lavoro e chiese della Bassa. Un centinaio di chiese distrutte, chiuse e puntellate nel meridione del territorio. Fede, storia, cronaca. Il vescovo Busti, a Mantova dal 2007 e reduce dai funerali del suo maestro card. Martini, ci spiega la connessione Mantova-Vaticano nel suo studio in palazzo Bianchi, sotto gli affreschi del Bazzani. Fuori c’è il Festivaletteratura al massimo e il pienone. Il profilo del vescovo si staglia involontariamente sopra il ritratto del suo predecessore Giuseppe Sarto poi patriarca a Venezia e quindi Papa, mentre sull'altra parete c'è un benedicente Benedetto XVI in fotocolor. Triangolazioni. Alla visita pastorale mancano quindi due anni, e allora il profano, il distaccato, il pratico potrebbero aprire le braccia e dire chi vivrà vedrà e esclamare che l'anticipo è esagerato. Ma il biennio di preparazione è nella norma: quella pontificia non è un'agenda normale, questo Papa rispetto al predecessore si muove con meno frequenza e per motivi forti, di memoria e di struttura, San Pio X e la Basilica, nel caso. Busti ha comunicato l'accoglimento dell'invito mantovano durante la solenne liturgia del pomeriggio di ieri, in cattedrale, per l'apertura della Settimana Pastorale della Chiesa mantovana. Un'occasione annuale nella quale la realtà ecclesiastica ed ecclesiale s'incontra e confronta, fa bilanci dell'attività pastorale, traccia le linee per il lavoro nelle comunità che negli ultimi anni sono assolutamente cambiate per gente, preti, confini, coesioni e relazioni. Indubbiamente una prima lettura profana e non avvertita dei meccanismi epistolari dell'invito di piazza Sordello e della relativa risposta della Santa Sede, non può rintracciare un chiaro e tondo "Santità l'aspettiamo" e un altrettanto esplicito "Verrò a Mantova, monsignore". La sollecitazione di Busti è datata 31 luglio e la risposta è stata quasi immediata: 10 agosto. Ciò significa che al di là della documentazione formale c'è stato e c'è un dialogo aperto fra il vescovo e la Segreteria di Stato, nella persona che firma la risposta, mons. Angelo Becciu, sostituto. Titolo e funzione che nella gerarchia vaticana significa il vice del card. Bertone, a cui sono affidati gli affari generali del governo della Chiesa. Nella lettera questo arcivescovo comunica a Busti che il Santo Padre ha "vivamente apprezzato il cordiale gesto e ringrazia per i nobili sentimenti che l'hanno motivato". Il Pontefice approva i motivi che sostengono l'invito: memoria di San Pio X e conclusione dei restauri della Basilica di Sant'Andrea. Becciu procede con una formula diplomatica di assenso: "Egli mi incarica di comunicarle che terrà presente il desiderio espresso e, nell'assicurarle il suo costante pensiero, volentieri imparte a lei, ai sacerdoti e ai fedeli dell'amata Chiesa di Mantova la sua benedizione". La conferma delle conferme della visita nel 2014 è espressa dal fatto che Busti ieri ha letto in cattedrale la "comunicazione" e la lettera del sostituto alla Segreteria di Stato. Un annuncio alla Chiesa di Mantova, nel momento più solidale della sua vita annuale e per le sue prospettive. E poi chiosa: “Al di là del linguaggio diplomatico e tenendo conto delle situazioni che obbligano alla necessaria prudenza posso dire che la risposta è positiva". Parte un applauso rapido e composto. Quando la folla esce dal Duomo, Busti scende dall’altare per salutare il prefetto e il sindaco. Il quale è entusiasta: "Sono stato informato sabato dal vescovo. È una soddisfazione enorme per tutta la città subito dopo la visita di Napolitano. È da quando sono sindaco che mi sento dire da Busti che i lavori in Sant’Andrea servono anche per far arrivare il Papa e in questo senso credo che la nostra collaborazione sia stata importante, anche se il merito è tutto di sua eccellenza il vescovo che a questo invito lavora da tanto tempo”. Sembra quasi profetico che uno degli incontri informali durante i quali mons. Busti ha prospettato personalmente a Benedetto XVI la possibilità di una visita pastorale a Mantova sia avvenuta durante l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano. Era il 3 giugno, e Busti aveva proposto una relazione sui danni del cataclisma ai vescovi di tutta la Lombardia. Prima ancora, a margine dell’Assemblea generale della CEI, il Papa aveva voluto sentire i vescovi delle diocesi dell’epicentro del terremoto in Emilia: Modena, Carpi, Ferrara, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo. Infine, il contatto forse fondamentale. È il 26 giugno, e Benedetto XVI va in visita nelle zone colpite dal terremoto. Il Papa e Busti si incontrano a conclusione del saluto del Papa alle popolazioni terremotate. Busti scherza, gli dice di essere “un vescovo extracomunitario in Emilia”, considerando che il mantovano è marginalizzato. E il Papa racconta di aver visto in televisione, nel Palazzo Apostolico, il crollo di un grande campanile, vicino a un palazzo importante, proprio a Mantova. Sì, replica il vescovo, erano le immagini della distruzione della lanterna della torre della Basilica di Santa Barbara, avvenuta a causa della scossa delle 13 del 29 maggio. Un crollo avvenuto in diretta. E il palazzo visto dal Papa in televisione? Quello, spiega Busti a Benedetto XVI, è la Reggia Gonzaghesca, ancora chiusa per sisma. Ora che la visita del Papa è prevista nel 2014, cioè sta nell'elenco dei viaggi di quel periodo, s'apre la seconda fase che individua la datazione, i luoghi, gli incontri, le modalità. Il vescovo non nasconde di prediligere l'autunno per consentire ai cantieri nella Basilica albertiana di concludere gli interventi di restauro. E se gli impegni di Benedetto XVI o le esigenze della Santa Sede indicheranno invece la primavera? Busti ha messo in conto anche questa probabilità. E considerando che nella tabella di marcia dei cantieri mancano all'appello la parte anteriore della navata, la facciata e, pezzo forte, provato dal terremoto, l'interno della cupola con tutte le sue problematiche d'altezza, Busti prospetta la chiusura della basilica per permettere ai restauratori di operare senza i limiti di tempo e spazio imposti dalle funzioni. "Sa che cosa mi meraviglia di questa avventura che è appena cominciata? - domanda Busti mentre si sistema lo zucchetto e si prepara per la Messa -, mi sorprende la rapidità con la quale la Santa Sede ha detto sì. Il Papa ha a cuore Mantova". Dalle parole del vescovo si intuisce che il gradimento di Papa Ratzinger si basa su considerazioni dirette, che passano dalla sua formazione (rigorosa e dottrinale) legata a Papa Sarto, coinvolgono la Basilica che è un monumento universale, in luglio a Novi hanno saggiato la tribolazione delle parrocchie mantovane dentro e intorno l'epicentro del terremoto. La visita avverrà dopo ventitré anni da quella di Giovanni Paolo II a Mantova, Castiglione, San Silvestro e le Grazie nel ricordo di San Luigi Gonzaga. Una sorpresa con applauso in cattedrale, capace di recuperare l'assenza d'altri papi in città per cinquecentotrentuno anni (Pio II nel 1459-'60): oltre un quarto dell'era cristiana.

Stefano Scansani, Gazzetta di Mantova - Andrea Gagliarducci, Korazym.org