sabato 17 novembre 2012

Il card. Bertone ordina vescovo mons. Guido Pozzo, elimosiniere di Sua Santità: la carità in forma di beneficenza che eserciterai a nome del Papa si inscriverà nella multiforme espressione della carità pastorale propria del ministero episcopale

Benedetto XVI "ti conosce fin dal tempo in cui era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; ti ha avuto come suo collaboratore nella Sezione Dottrinale, e ora ti ha chiamato per svolgere un servizio che ti rende membro della Famiglia pontificia" con "la responsabilità di esercitare la carità verso i poveri a nome del Papa". È con queste parole che oggi il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone si è rivolto direttamente all’arcivescovo Guido Pozzo, nuovo elemosiniere di Sua Santità, durante la cerimonia di ordinazione episcopale nella Basilica romana di San Lorenzo in Damaso. Conconsacranti gli arcivescovi Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, diocesi di origine di mons. Pozzo. Tra i concelebranti l’arcivescovo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, che ha letto il mandato, e i monsignori Piechota e Lucchini. Il rito è stato diretto da mons. Karcher. L’ordinazione di un nuovo vescovo è sempre occasione per riflettere sulla missione della Chiesa, che consiste, ha detto il card. Bertone, nel "partecipare a tutti l’amore divino attraverso la predicazione, i Sacramenti, e attraverso l’amore fraterno e servizievole, specialmente verso i più bisognosi". E, infatti, "quando un gesto, una parola, un sorriso, una mano tesa, una presenza attenta scaturiscono da autentico amore, possono diventare facilmente per quanti ne beneficiano occasioni propizie e feconde per accendere o rinvigorire la fiamma della fede. Quanto bene si può compiere anche nell’ambito della solidarietà e della carità con gesti semplici ed umili! Specialmente se tali azioni sono vivificate dal costante riferimento all’esempio di Gesù, il quale, mentre guariva le malattie del corpo - alle quali può ben essere assimilata la povertà -, rivelava con la sua tenerezza il volto misericordioso del Padre". Il segretario di Stato ha quindi ricordato come "anche durante il recente Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana", sia possibile ascoltare "dalla viva voce di molti dei presenti significative testimonianze della vivacità della vita di fede quando la carità verso i poveri e agli umili è diffusa nel cuore della comunità credente". È proprio "in questa luce che si situa la particolare funzione ecclesiale a cui sarà deputato mons. Guido Pozzo quale elemosiniere apostolico. Egli - ha spiegato il card. Bertone - non è chiamato a reggere una Chiesa particolare, ma a essere a titolo speciale responsabile di una delle molteplici forme in cui si esprime la carità del Sommo Pontefice. Si tratta del sostegno in favore delle persone di Roma e di tutto il mondo che quotidianamente bussano alla porta del Successore di Pietro". L’Elemosineria Apostolica, infatti, "è l’organismo della Santa Sede che da secoli ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Papa, portando un po’ di sollievo a quanti soffrono e sono in difficoltà e offrendo loro un segno concreto della presenza solidale e dell’attenzione del Vicario di Cristo". Si tratta, ha spiegato il porporato, "di una solidarietà feriale, che non comporta grandi progetti o iniziative eclatanti, ma piccoli aiuti e gesti quotidiani compiuti silenziosamente e con discrezione, nel solco dell’insegnamento di Papa Benedetto XVI che costantemente invita alla fraternità cristiana, alla condivisione con gli altri. E il modo per realizzarla è proprio la caritas, l’aiuto premuroso alle persone che, trovandosi in situazioni di indigenza, si rivolgono fiduciose al Santo Padre". Ecco che "il servizio episcopale, proprio perché scaturisce dall’a m o re del vescovo verso il Signore, diventa - ha proseguito il cardinale - donazione gratuita e appassionata, generoso slancio di carità, a immagine dello straordinario amore con il quale il Padre ha donato il proprio Figlio Unigenito per la salvezza del mondo", "memori della parola di Gesù" secondo cui "si è più beati nel dare che nel ricevere". Così i tratti della missione episcopale hanno un "orizzonte vasto e l’atteggiamento con cui il vescovo vi si situa è quello proprio di Cristo: servire l’uomo". Infine, rivolgendosi direttamente a mons. Pozzo, il cardinale ha detto che proprio "questo deve essere e sarà lo slancio della tua carità ora che, inserito nell’ordine dei vescovi, proprio in virtù di questa prerogativa, anche la carità in forma di beneficenza che eserciterai a nome del Santo Padre, si inscriverà nella multiforme espressione della carità pastorale propria del ministero episcopale". E questo, ha detto ancora al nuovo elemosiniere, "è l’orizzonte nel quale anche tu sei chiamato a svolgere la tua azione. In essa tu porti, insieme alle doti delle quali il Signore ti ha arricchito, l’accurata preparazione teologica, l’amore alla Chiesa e la fedeltà al Papa, la notevole esperienza acquisita in tanti anni di generoso servizio alla Santa Sede, segnatamente nella Congregazione per la Dottrina della Fede e da ultimo come segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei". La nuova opera dell’arcivescovo Pozzo, ha concluso il cardinale, inizia dunque con la preghiera a sostegno della sua "missione al servizio della Chiesa", in modo che sia "felice e feconda di frutti". Nello spirito che il nuovo elemosiniere ha voluto sintetizzare con il moto episcopale "Servite Domino in laetitia".

L'Osservatore Romano