Benedetto XVI "ti conosce fin dal
tempo in cui era prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede;
ti ha avuto come suo collaboratore
nella Sezione Dottrinale, e ora
ti ha chiamato per svolgere un servizio
che ti rende membro della Famiglia
pontificia" con "la responsabilità
di esercitare la carità verso i poveri
a nome del Papa". È con queste
parole che oggi il cardinale segretario di
Stato Tarcisio Bertone si è rivolto
direttamente all’arcivescovo Guido
Pozzo, nuovo elemosiniere di Sua
Santità, durante la cerimonia di ordinazione
episcopale nella Basilica romana di San
Lorenzo in Damaso. Conconsacranti
gli arcivescovi Gerhard Ludwig
Müller, prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede, e Giampaolo
Crepaldi, vescovo di Trieste,
diocesi di origine di mons. Pozzo.
Tra i concelebranti l’arcivescovo
Becciu, sostituto della Segreteria di
Stato, che ha letto il mandato, e
i monsignori Piechota e Lucchini. Il
rito è stato diretto da mons.
Karcher.
L’ordinazione di un nuovo vescovo
è sempre occasione per riflettere
sulla missione della Chiesa, che consiste, ha detto il card. Bertone, nel "partecipare a tutti l’amore divino
attraverso la predicazione, i Sacramenti,
e attraverso l’amore fraterno
e servizievole, specialmente verso
i più bisognosi".
E, infatti, "quando un gesto, una
parola, un sorriso, una mano tesa,
una presenza attenta scaturiscono da
autentico amore, possono diventare
facilmente per quanti ne beneficiano
occasioni propizie e feconde per accendere
o rinvigorire la fiamma della
fede. Quanto bene si può compiere
anche nell’ambito della solidarietà e
della carità con gesti semplici ed
umili! Specialmente se tali azioni sono
vivificate dal costante riferimento
all’esempio di Gesù, il quale, mentre
guariva le malattie del corpo - alle
quali può ben essere assimilata la
povertà -, rivelava con la sua tenerezza
il volto misericordioso del Padre".
Il segretario di Stato ha quindi ricordato
come "anche durante il recente
Sinodo dei Vescovi sulla nuova
evangelizzazione per la trasmissione
della fede cristiana", sia possibile
ascoltare "dalla viva voce di
molti dei presenti significative testimonianze
della vivacità della vita di
fede quando la carità verso i poveri
e agli umili è diffusa nel cuore della
comunità credente".
È proprio "in questa luce che si
situa la particolare funzione ecclesiale
a cui sarà deputato mons.
Guido Pozzo quale elemosiniere
apostolico. Egli - ha spiegato il card.
Bertone - non è chiamato a
reggere una Chiesa particolare, ma a
essere a titolo speciale responsabile
di una delle molteplici forme in cui
si esprime la carità del Sommo Pontefice.
Si tratta del sostegno in favore
delle persone di Roma e di tutto
il mondo che quotidianamente bussano
alla porta del Successore di
Pietro".
L’Elemosineria Apostolica, infatti,
"è l’organismo della Santa Sede che
da secoli ha il compito di esercitare
la carità verso i poveri a nome del
Papa, portando un po’ di sollievo a
quanti soffrono e sono in difficoltà e
offrendo loro un segno concreto della
presenza solidale e dell’attenzione
del Vicario di Cristo".
Si tratta, ha spiegato il porporato, "di una solidarietà feriale, che
non comporta grandi progetti o iniziative
eclatanti, ma piccoli aiuti e
gesti quotidiani compiuti silenziosamente
e con discrezione, nel solco
dell’insegnamento di Papa Benedetto
XVI che costantemente invita alla
fraternità cristiana, alla condivisione
con gli altri. E il modo per realizzarla
è proprio la caritas, l’aiuto premuroso
alle persone che, trovandosi in
situazioni di indigenza, si rivolgono
fiduciose al Santo Padre".
Ecco che "il servizio episcopale,
proprio perché scaturisce dall’a m o re
del vescovo verso il Signore, diventa
- ha proseguito il cardinale - donazione
gratuita e appassionata, generoso
slancio di carità, a immagine
dello straordinario amore con il quale
il Padre ha donato il proprio Figlio
Unigenito per la salvezza del
mondo", "memori della parola di
Gesù" secondo cui "si è più beati
nel dare che nel ricevere". Così i
tratti della missione episcopale hanno
un "orizzonte vasto e l’atteggiamento
con cui il vescovo vi si situa è
quello proprio di Cristo: servire l’uomo".
Infine, rivolgendosi direttamente a
mons. Pozzo, il cardinale ha
detto che proprio "questo deve essere
e sarà lo slancio della tua carità
ora che, inserito nell’ordine dei vescovi,
proprio in virtù di questa prerogativa,
anche la carità in forma di
beneficenza che eserciterai a nome
del Santo Padre, si inscriverà nella
multiforme espressione della carità
pastorale propria del ministero episcopale". E questo, ha detto ancora
al nuovo elemosiniere, "è l’orizzonte
nel quale anche tu sei chiamato a
svolgere la tua azione. In essa tu
porti, insieme alle doti delle quali il
Signore ti ha arricchito, l’accurata
preparazione teologica, l’amore alla
Chiesa e la fedeltà al Papa, la notevole
esperienza acquisita in tanti anni
di generoso servizio alla Santa Sede,
segnatamente nella Congregazione
per la Dottrina della Fede e da
ultimo come segretario della Pontificia
Commissione Ecclesia Dei".
La nuova opera dell’arcivescovo
Pozzo, ha concluso il cardinale, inizia
dunque con la preghiera a sostegno
della sua "missione al servizio
della Chiesa", in modo che sia "felice
e feconda di frutti". Nello spirito
che il nuovo elemosiniere ha voluto
sintetizzare con il moto episcopale
"Servite Domino in laetitia".
L'Osservatore Romano
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