venerdì 14 settembre 2012

Esortazione Apostolica 'Ecclesia in Medio Oriente' (3). Non c’è testimonianza senza la Parola di Dio, la liturgia, la vita sacramentale e la preghiera

Non c’è testimonianza senza Parola di Dio, liturgia, vita sacramentale, e preghiera. Lo ribadisce la terza parte dell’Esortazione che chiama la Chiesa a rinnovare la sua missione di evangelizzazione e di carità, come pure ad impegnarsi maggiormente nella catechesi e nella formazione cristiana. Una testimonianza che richiede “non solamente una formazione cristiana adeguata all’intelligibilità delle verità di fede, ma anche la coerenza di una vita conforme a questa stessa fede, così da poter rispondere alle esigenze dei nostri contemporanei”. L’esortazione riconosce l’importanza delle scuole di esegesi orientali, e raccomanda una vera pastorale biblica “Spiegando la Bibbia in modo semplice e accessibile, si contribuirà a dissipare molti pregiudizi o idee erronee su di essa, da cui derivano controversie inutili e umilianti”. Di qui, il suggerimento di proclamare un Anno Biblico, a seconda delle condizioni pastorali di ogni Paese della regione, e di farlo seguire, se opportuno, da una Settimana annuale della Bibbia, e magari dal promuovere ìlectiones divinae'. Infine, il Papa incoraggia lo sviluppo di nuove strutture della comunicazione e la formazione, non solo tecnica, ma anche dottrinale ed etica, di personale specializzato in questo settore, nevralgico per l’evangelizzazione. La liturgia e la vita sacramentale occupano un posto importante per questo “sarebbe opportuno, ove necessario, intraprendere un rinnovamento dei testi e delle celebrazioni liturgiche, per quanto possibile, in collaborazione con le Chiese che non sono in piena comunione, ma che sono co-depositarie delle stesse tradizioni liturgiche”. In particolare per il sacramento del Battesimo, l’Esortazione auspica “un accordo ecumenico sul suo mutuo riconoscimento”. La missione evangelizzatrice della Chiesa trova nella preghiera la sua sorgente, per questo l’Esortazione chiede ai cristiani di “pregare senza sosta, senza scoraggiarsi, anche nelle situazioni umane dolorose”. Anche i pellegrinaggi vanno rivalutati in quanto “possono essere un’autentica 'sequela Christi' nei luoghi santi”, senza restrizioni. Lo spirito missionario della Chiesa in Medio Oriente va rinnovato con “la formazione e l’invio di uomini e donne fieri della loro fede”. In questo campo i movimenti ecclesiali devono poter dare il loro contributo. Il documento, poi, ricorda che l’evangelizzazione è una missione essenziale della Chiesa e che quindi anche i cattolici del Medio Oriente devono rinnovare il loro spirito missionario, sfida quanto mai urgente in un contesto multiculturale e pluri-religioso. Un forte stimolo, in questo senso, potrà derivare dall’Anno della fede. E ancora: il Papa si sofferma sulla carità e ricorda che, sull’esempio di Cristo, la Chiesa deve farsi vicina ai più deboli, agli emarginati, ai sofferenti, ai poveri. L’Esortazione ricorda, poi, il “lavoro impressionante” della Chiesa nel campo educativo, sociale e caritativo nella regione che dimostra come anche nel Medio Oriente esista “la possibilità di vivere nel rispetto e nella collaborazione, attraverso un’educazione alla tolleranza e una ricerca continua di qualità umana”. Il documento termina con l’incoraggiamento di Benedetto XVI, “non temere, piccolo gregge” (Lc 12, 32), lanciato a tutti i Pastori e i fedeli cristiani in Medio Oriente affinché mantengano “viva, con coraggio, la fiamma dell’amore divino nella Chiesa e nei loro ambienti di vita e di attività”. La necessità di mantenere “integra la missione della Chiesa, l’urgenza del momento presente e di tante situazioni drammatiche, richiedono di unirsi per testimoniare insieme Cristo morto e risorto” unendo in Cristo tutti gli uomini e tutto l’universo.

SIR, Korazym.org, Radio Vaticana