mercoledì 18 aprile 2012

85° genetliaco di Benedetto XVI. Il Papa professore e gli universitari, una storia lunga una vita: sempre la ragione ricerchi il vero, il bene, Dio

"Cari giovani cercare sempre, con paziente costanza, il vero Volto di Dio, aiutati dal cammino pastorale che vi viene proposto in questo anno accademico. Cercare il Volto di Dio è l’aspirazione profonda del nostro cuore, ed è anche la risposta alla questione fondamentale che va emergendo sempre di nuovo anche nella società contemporanea". Questo è l’augurio che lo scorso anno in occasione dei Vespri d'Avvento Benedetto XVI ha rivolto agli universitari romani nel tradizionale incontro in preparazione al Santo Natale. Un appuntamento atteso che testimonia la grande vicinanza e affinità tra il Santo Padre e gli universitari. Infatti Benedetto XVI, conosce molto bene la realtà negli atenei. Per dieci anni, dal 1959 al 1969 è stato docente a Bonn, Münster, e Tubinga. Nel 1969 fino al 1977 ha insegnato teologia dogmatica e storia dei dogmi all'Università di Ratisbona, dove poi è tornato da Pontefice il 12 settembre del 2006, per tenere una lectio magistralis sul tema “Fede ragione ed università”. E il Papa non ha mai dimenticato né quegli anni di fruttuoso insegnamento, né i suoi studenti. Per questo, ogni anno in estate sin da quando era cardinale, incontra i suoi allievi del Ratzinger Schulerkreis, il circolo di ex studenti. Anche da Pontefice non ha voluto rinunciare a questo appuntamento, proprio a testimonianza di quanto i rapporti interpersonali e di discepolato intellettuale continuino a essere importanti per lui. A causa dei suoi impegni, adesso il Papa riesce a partecipare soltanto ad una giornata delle due o tre previste: fa colazione o pranza con loro, celebra Messa, ascolta i dibattiti e tiene un intervento, di solito conclusivo, ma non vuole rinunciare. Però non sempre il rapporto con le università è stato facile, come è accaduto nella mancata visita all’Università Sapienza di Roma, che sarebbe dovuta avvenire il 17 gennaio del 2008, in occasione della cerimonia inaugurale dell’anno accademico, poi annullata a causa di un gruppo di docenti che contestarono la sua partecipazione, in quanto, secondo loro, non in linea con la laicità dell’Ateneo. Benedetto XVI a quella avversione, ha risposto con un messaggio di amore e tolleranza in cui ha spiegato che la sua visita non aveva certo come obiettivo quello di imporre la fede, che può essere solo donata in libertà, ma “di invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro”. Anche durante l’ultima Giornata Mondiale della Gioventù che si è tenuta lo scorso agosto a Madrid il Santo Padre ha sottolineato la sua vicinanza alle università. Il 19 agosto, nella Basilica di San Lorenzo all’Escorial ha voluto incontrare 1000 giovani docenti universitari. “La verità - ha spiegato loro il Pontefice - è sempre più alta dei nostri traguardi. Possiamo cercarla ed avvicinarci ad essa, però non possiamo possederla totalmente, o meglio è essa che ci possiede e che ci motiva. Nell’opera intellettuale e docente, perciò, l’umiltà è una virtù indispensabile, che ci protegge dalla vanità che chiude l’accesso alla verità. Non dobbiamo attirare gli studenti a noi stessi, bensì indirizzarli verso quella verità che tutti cerchiamo. In tale compito vi aiuterà il Signore, che vi chiede di essere semplici ed efficaci come il sale, come la lampada che fa luce senza fare rumore”. E nell’ ultimo viaggio apostolico, che si è svolto lo scorso marzo in Messico e a Cuba, durante la Messa di fronte a 500mila persone sulla Piazza della Rivoluzione a L'Avana, il Papa ha chiesto alle autorità governative della nazione" che la Chiesa possa operare "negli ambienti formativi ed universitari". Perché la fede secondo Benedetto XVI, deve essere annunciata sopratutto nei posti della quotidianità, e le università sono“Laboratori di umanità”, ponti per lo scambio culturale, luoghi dove gli studenti siano stimolati nella ricerca “non solo di una qualificazione professionale, ma anche della risposta alla domanda di felicità, senso e pienezza che abita nel cuore dell’uomo”.

Marina Tomarro, Korazym.org