venerdì 21 settembre 2012

La Chiesa in Francia chiamata a una nuova missione: temi di grande attualità e urgenze pastorali nell’agenda dei vescovi in visita 'ad limina Apostolorum'

La preoccupante "accelerazione" della secolarizzazione della società, il calo numerico dei sacerdoti e dei fedeli praticanti, il rapporto con le altre fedi, la progressiva "desertificazione" di molti dipartimenti a vocazione rurale, con la conseguente “fuga” dei giovani dalla campagna verso le città, gli effetti sociali della crisi economica, la questione del fine vita e quella, attualissima, del riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso (con annessa possibilità di adozione), che metterebbe in seria discussione il futuro della famiglia e, più in generale, aprirebbe una profonda crisi di valori: a elencare i principali temi che, da ieri, i presuli francesi affronteranno nel corso della loro visita "ad limina apostolorum" è stato personalmente il card. André Vingt-Trois (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza Episcopale, il quale giorni fa, in un’attesa conferenza stampa, ha spiegato "cosa i vescovi francesi diranno al Papa" e ai responsabili dei vari dicasteri vaticani. Un incontro che nell’agenda di avenue de Breteuil mancava da ben otto anni e che, anche per il sopraggiunto rinnovamento delle cariche episcopali, risulterà inedito per quarantacinque dei centosette vescovi partecipanti, come ha precisato mons. Bernard Podvin, portavoce della Conferenza episcopale. Ieri mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha incontrato i presuli della provincia di Rouen, guidati dall’arcivescovo Jean-Charles Descubes, dando il via al ciclo di udienze. In vista della visita, ogni vescovo ha ricevuto un questionario nel quale ha dettagliatamente descritto la situazione esistente nel suo territorio diocesano. "Il rapporto che consegneremo in Vaticano - ha detto mons. Descubes al quotidiano La Croix - è di circa novanta pagine. Per redigere il testo, abbiamo coinvolto i direttori di tutti i servizi diocesani. Si tratta di un 'inventario' preziosissimo che consente di passare in rivista tutta l’organizzazione della diocesi". Anche se, tiene a sottolineare Descubes, la visita ad limina è e resta, innanzitutto, un pellegrinaggio sulla tomba degli Apostoli Pietro e Paolo. "Non andiamo a rapporto", precisa mons. Podvin: dal Papa si attendono soprattutto consigli, indicazioni a conforto del ministero sacerdotale, "stimoli", completa il vescovo di Nevers, Thierry Brac de la Perrière. Negli ultimi otto anni, in Francia, è mutato il panorama sociale, si è modificata la geografia parrocchiale, è cambiata e sta cambiando, di conseguenza, la proposta pastorale: "L’elemento più evidente è l’accelerazione della secolarizzazione del nostro Paese. Oggi ci rivolgiamo non più solo a vecchi cattolici assopiti ma a persone che ignorano tutto della fede", ha osservato il card. Vingt-Trois, citando ad esempio l’impegno culturale del Collège des Bernardins a Parigi, "luogo dove la fede cristiana si propone e lavora, assieme ad altre fedi, alle grandi questioni della società umana". Ma l’abbandono dei centri rurali, la diminuzione dei cattolici praticanti, il calo delle vocazioni (con il conseguente accorpamento di parrocchie sotto un unico sacerdote), ha portato la Chiesa di Francia a ripensare il suo servizio, a riorganizzarlo: l’appello del presidente è a "identificare luoghi centrali dove possano convergere i flussi di popolazione, per farne dei centri di animazione spirituale" con la collaborazione indispensabile dei laici. Il dato più allarmante, le ultime statistiche ufficiali risalgono a tre anni fa, è il brusco calo dei sacerdoti diocesani, passati dai 15.008 del 2008 ai 14.097 del 2009 (a essi devono aggiungersi però 4.632 preti religiosi). Se si pensa che appena dieci anni fa erano 17.935, si può comprendere la preoccupazione della Conferenza episcopale, solo in parte attenuata dalla costante crescita dei diaconi permanenti, saliti a 2.335 nel 2009 e praticamente raddoppiati rispetto a quindici anni fa. In forte calo anche il numero delle religiose (di vita apostolica e monache), 35.183 nel 2009 contro le 37.934 del 2008, e dei religiosi e monaci, scesi nel 2009 a 7.504, ovvero di 195 unità nel giro di un solo anno. Con pochi preti a disposizione diventa difficile la trasmissione della fede, soprattutto ai bambini e ai giovani, anche a causa del cambiamento della mentalità e dello stile di vita. Ma la Chiesa ha ancora delle buone carte da giocare: il vescovo di Metz, Pierre Raffin, ricorderà al Papa il numero "non trascurabile»"di giovani sacerdoti, ben formati alle discipline ecclesiastiche, presenti nella sua diocesi, il vescovo di Tulle, Bernard Charrier, il "nuovo vigore" portato dalle iniziative che mettono la diaconia al centro della vita ordinaria della Chiesa, il vescovo di Le Mans, Yves Le Saux, l’importanza della domanda di formazione catechetica degli adulti, soprattutto da parte di coloro che scoprono per la prima volta la fede cristiana. "In Francia - ha detto Vingt-Trois l’8 settembre scorso in una conferenza tenuta al santuario Notre-Dame du Laus - siamo passati nel giro di qualche decennio da un cristianesimo sociologico, che segue le mode e gli impulsi, a un cristianesimo per scelta", ovvero "un cristianesimo nel quale la libertà personale, l’implicazione personale è molto più forte e notevole di quanto non sia in un cristianesimo sociologico". Di conseguenza, "è responsabilità della Chiesa tutta intera portare, daccapo, una testimonianza di fede, non solamente nelle sue componenti istituzionali ma anche e soprattutto in ciascuno dei suoi membri".

Giovanni Zanatta, L'Osservatore Romano

A colloquio con il card. Ricard: laicità bene comune