venerdì 11 maggio 2012

Il Papa: Dio ha uno 'stile' diverso da quello dell’uomo. La musica di Vivaldi esprime la lode, l’esultanza, il ringraziamento e anche la meraviglia

Nel discorso al termine del Concerto offerto dal presidente Napolitano, Benedetto XVI ha ringraziato il capo dello Stato per "le cordiali parole, per i doni di un violino e di una pregevole partitura, e per questo Concerto di musica sacra di due grandi autori italiani; sono segni - ha detto - che manifestano, ancora una volta, il legame tra il Successore di Pietro e questa cara Nazione". Il Papa ha rivolto un saluto al presidente del Consiglio Mario Monti e a tutte le autorità. Ha poi ringraziato l'Orchestra e il Coro del Teatro dell'Opera di Roma, le due soprano, e "soprattutto il maestro Riccardo Muti per l'intensa interpretazione ed esecuzione. La sensibilità del maestro Muti per la musica sacra è nota - ha detto il Pontefice -, come pure l'impegno perché sia più conosciuto questo ricco repertorio che esprime in musica la fede della Chiesa. Anche per questo sono lieto di conferirgli un'onorificenza pontificia. Esprimo gratitudine al Comune di Cremona al Centro di Musicologia Walter Stauffer e alla Fondazione Antonio Stradivari-La Triennale per aver messo a disposizione delle prime parti dell'Orchestra alcuni antichi e preziosi strumenti delle proprie collezioni". Di Antonio Vivaldi Benedetto XVI ha ricordato come "la sua produzione sacra" sia "di grande valore, soprattutto perché esprime la sua fede. Il Magnificat che abbiamo ascoltato è il canto di lode di Maria e di tutti gli umili di cuore, che riconoscono e celebrano con gioia e gratitudine l'azione di Dio nella propria vita e nella storia; di Dio che ha uno 'stile' diverso da quello dell'uomo, perché si schiera dalla parte degli ultimi per dare speranza". Per il Papa, "la musica di Vivaldi esprime la lode, l'esultanza, il ringraziamento e anche la meraviglia di fronte all'opera di Dio, con una straordinaria ricchezza di sentimenti: dal solenne unisono corale all'inizio, in cui è tutta la Chiesa che magnifica il Signore, al brioso 'Et exultavit', al bellissimo momento corale dell''Et misericordia' sul quale si sofferma con audaci armonie, ricche di improvvise modulazioni, per invitarci a meditare sulla misericordia di Dio che è fedele e si estende per tutte le generazioni". Mentre con i due pezzi sacri di Giuseppe Verdi il registro cambia, ha spiegato il Pontefice, "ci troviamo di fronte al dolore di Maria ai piedi della Croce: Stabat Mater dolorosa. Il grande Operista italiano, come aveva indagato ed espresso il dramma di tanti personaggi nelle sue opere, qui tratteggia quello della Vergine che guarda al Figlio sulla Croce. La musica si fa essenziale, quasi si afferra alle parole per esprimerne nel modo più intenso possibile il contenuto, in una grande gamma di sentimenti. Basta pensare al dolente senso di pietà con cui ha inizio la Sequenza", "perché possiamo partecipare al suo dolore materno e far ardere il nostro cuore di amore a Cristo, fino alla strofa finale, supplica intensa e potente a Dio che all'anima sia data la gloria del Paradiso, aspirazione ultima dell'umanità". “Un susseguirsi di contrasti" poi nel Te Deum, letto così da Verdi, ha spiegato il Papa, e non tanto come il canto delle vittorie o delle incoronazioni: “L’esultanza iniziale - 'Te Deum', 'Sanctus' -, la contemplazione del Cristo incarnato, che libera e apre il Regno dei Cieli, l’invocazione all’'Judex venturus', perché abbia misericordia, e infine il grido ripetuto dal soprano e dal coro 'In te, Domine speravi' con cui si chiude il brano, quasi una richiesta dello stesso Verdi di avere speranza e luce nell’ultimo tratto della vita". "Quelli che abbiamo ascoltato stasera sono gli ultimi due pezzi scritti dal Compositore, non destinati alla pubblicazione, ma scritti solo per sé; anzi, egli avrebbe voluto essere sepolto con la partitura del Te Deum". Benedetto XVI ha concluso il suo discorso con l'augurio che "questa sera possiamo ripetere a Dio, con fede: In te, Signore, ripongo, con gioia, la mia speranza, fa' che ti ami come la tua Santa Madre, perché alla mia anima, al termine del cammino, sia data la gloria del Paradiso".
Al termine, il Papa ha conferito al maestro Riccardo Muti la Gran Croce di San Gregorio Magno. La platea ha salutato con calore il presidente del Consiglio italiano sia quando il Papa lo ha citato nel suo discorso di ringraziamento e successivamente quando Monti si è avvicinato al Pontefice per baciargli la mano. Grande calore anche nei confronti di Muti. Alla cerimonia erano presenti molte cariche istituzionali ed esponenti politici, assieme a diversi membri del governo. Il pubblico ha invece rumoreggiato in segno di disapprovazione il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il conduttore televisivo Bruno Vespa quando sono stati inquadrati dai maxischermi mentre rendevano omaggio a Benedetto XVI.

TMNews, Radio Vaticana

CONCERTO OFFERTO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA GIORGIO NAPOLITANO IN ONORE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DEL VII ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO - il testo integrale del discorso del Papa