venerdì 11 maggio 2012

VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Gli iscritti da 145 paesi, in testa Spagna, Francia, Croazia e Argentina. Il Rosario presieduto dal card. Scola

A 21 giorni dall’arrivo del Papa, il VII Incontro Mondiale delle Famiglie si conferma un evento dal carattere internazionale: al momento gli iscritti provengono da 145 paesi di tutti i continenti e in testa alla classifica ci sono Spagna, Francia, Croazia e Argentina. Dato pero’ che all’incontro parteciperanno anche tantissimi migranti residenti in Italia, le comunità straniere più numerose saranno i filippini, seguiti dai peruviani e dagli ecuadoregni.E internazionali saranno anche i 5 mila volontari che daranno il loro contributo all’organizzazione dell’evento: 184 vengono per l’occasione da altri Paesi (10 dall’Ecuador, 14 dal Kenia, 18 dal Brasile, 19 dalla Repubblica Slovacca, 21 dalla Spagna), 359 hanno un passaporto straniero, ma vivono nella diocesi di Milano. La maggior parte dei migranti che si sono messi a disposizione della Fondazione Milano Famiglie (255 volontari) sono filippini, e non a caso: a Manila si e’ tenuto infatti il IV Incontro mondiale delle famiglie nel 2003 e proprio da qui arriverà la delegazione asiatica piu’ significativa. Arriveranno infine da 27 Paesi anche i 104 relatori del congresso teologico pastorale, con 5 mila iscritti di 110 diverse nazionalita’ che dal 30 al 3 giugno riempieranno il MiCo, il centro congressi di Fieramilanocity. Ieri, nel Duomo di Milano, l’arcivescovo Angelo Scola ha presieduto la recita del Rosario sempre in preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, meditando i “Misteri della Luce” guidati dal tema “Erano perseveranti nella preghiera insieme con Maria, la Madre di Gesù” (At 1,14), con testi tratti dalle omelie di Benedetto XVI dedicate al ruolo della Vergine Maria nella storia della salvezza. Nella sua meditazione l'arcivescovo Angelo Scola ha sottolineato che ''nel nostro popolo milanese c'è questa sanità che nulla nella crisi attuale potrà spegnere. La storia e il presente del nostro popolo documentano in tantissime donne, in tantissimi uomini, in tantissime famiglie cosa significhi quello che Benedetto XVI chiama il mite coraggio del sì. Ossia la vita, attraverso la generazione e l'educazione dei figli, anche responsabilmente numerosi, un sì al lavoro e all'impegno quotidiano, un sì gratuito alla condivisione dei bisogni''. Infine, Scola ha auspicato che l'appuntamento di fine maggio "possa essere un segno di rinnovamento per la Chiesa e che possa rigenerarsi la cellula costitutiva della società che è la famiglia''.

Il Giorno

La meditazione del cardinale (testo integrale)