venerdì 11 maggio 2012

L'apertura del presidente Obama ai matrimoni omossessuali. La Santa Sede non interviene ma lascia parlare i vescovi degli Stati Uniti

Barack Obama (nella foto con Benedetto XVI) parla, il Vaticano tace, o meglio, lascia parlare i vescovi Usa. Le parole del presidente statunitense, "Le coppie dello stesso sesso dovrebbero potersi sposare", non sono certo passate inosservate nei Sacri Palazzi. La difesa del matrimonio eterosessuale, del resto, è uno dei "principi non negoziabili" più volte scanditi da Papa Benedetto XVI nel corso suo ministero. Il malumore per la sortita di Obama, per quanto inquadrata nel contesto della campagna elettorale, è palpabile. Ma per tutto il giorno le bocche di monsignori e cardinali di Curia rimangono cucite. A parlare, oltreoceano, sono i vescovi cattolici. E al massimo livello. Con una tempestività pari solo alla nettezza delle parole di Obama, è il card. Timothy Dolan, arcivescovo di New York, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, nonché 'papabile' tra i più accreditati del prossimo conclave, quando sarà, a rispondere. Dolan "ribadisce il valore fondamentale del matrimonio e la necessità di tutelarne la tradizionale definizione, quale unione fra un uomo e una donna". Descrive le parole di Obama come "profondamente rattristanti". Precisa che i vescovi "sono pronti a dare sostegno a ogni intervento adottato dall'amministrazione volto a rafforzare il matrimonio e la famiglia" ma non possono "rimanere in silenzio di fronte a parole o azioni che minerebbero l'istituzione del matrimonio, la vera pietra angolare della nostra società". Puntualizza che, "purtroppo", le parole del presidente "non sorprendono, visto che seguono varie azioni già intraprese dalla sua amministrazione che erodono o ignorano il significato unico del matrimonio", chiaro riferimento alla decisione presa dalla Casa bianca un anno fa di non difendere davanti alla Corte suprema il Defense of Marriage Act (Doma) abbattuto già dai referendum in sette Stati della federazione. Infine, cristianamente, Dolan ha concluso: "Prego per il presidente ogni giorno e continuerò a pregare affinché lui e la sua amministrazione agiscano giustamente per sostenere e proteggere il matrimonio quale unione fra un uomo e una donna. Possano tutti lavorare per promuovere e proteggere il matrimonio e così facendo servire il vero bene di tutte le persone". La dichiarazione di Dolan viene riportata fedelmente tanto da L'Osservatore Romano, con titolo, non virgolettato, "Matrimonio fra uomo e donna pietra angolare degli Stati Uniti", quanto da Radio Vaticana. L'emittente del Papa intervista il giurista Carlo Cardia, che parla di "sconcerto" per "la rottura di quella neutralità che si richiede sempre su questi temi a chi rappresenta l'intero Paese". Per il resto, nessun commento da parte degli uffici competenti della Curia romana. Il card. Dolan è abbastanza autorevole per parlare a nome di tutta la Chiesa Cattolica. La polemica tra Conferenza Episcopale Usa e amministrazione Obama, del resto, è aspra. L'impennata, dovuta all'assicuazione obbligatoria ai dipendenti degli enti cattolici che copre anche la contraccezione, è degli ultimi mesi ed ha portato Casa Bianca e vescovi (non sempre seguiti da fedeli, intellettuali cattolici e suore) ad un muro contro muro senza esito. La Santa Sede, da parte sua, intrattiene con gli Stati Uniti di Obama rapporti diplomatici come con tutte le cancellerie mondiali, e tende a far sedimentare le polemiche prima degli interventi. Non mancherà, in futuro, l'occasione. Il Papa, in questi mesi, sta ricevendo i gruppi di vescovi degli Stati Uniti in visita 'ad limina apostolorum' scaglionati in quindici gruppi e c'è da giurare che al prossimo discorso che rivolgerà loro non mancherà di menzionare il tema del matrimonio gay sollevato da Obama. Quanto al Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione di mons. Rino Fisichella è già intervenuto più volte sul tema dei "valori non negoziabili" in una società sempre più secolarizzata. Ma è soprattutto il Pontificio Consiglio della Famiglia ad essere impegnato, in queste settimane, all'organizzazione di un evento ecclesiale che intersecherà il tema sollevato da Obama. Il dicastero vaticano guidato dal card. Ennio Antonelli sta infatti preparando il VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno, alla presenza del Papa. L'evento verterà principalmente sul tema "La Famiglia: il lavoro e la festa", ma non mancherà occasione per parlare di nozze gay. Al salone del libro di Torino intanto, domenica prossima proprio il card. Antonelli presenterà un libro edito da Città Nuova che prepara la strada all'evento milanese. Il volume "Famiglie vive. Storie di Vangelo" raccoglie spaccati di vita familiare da tutto il mondo. "Storie positive, spesso eroiche, che comunicano speranza e ribadiscono il ruolo cruciale che la famiglia svolge nella società". Nella prefazione, Antonelli spiega la filosofia che guida il libro (e attraverserà l'incontro ambrosiano: "La famiglia cristiana, come la Chiesa, evangelizza innanzitutto per irradiazione della presenza e della bellezza di Cristo, nella misura in cui accoglie, comunica e maanifesta l'amore di lui. In questa prospettiva si intuisce facilmente l'importanza delle esperienze concrete e anche quella della raccolta e messa in circolazione di esse. Le esperienze parolano con il linguaggio dei fatti, che è più persuasivo di quello delle idee. Indicano non solo ciò che si deve fare, ma anche ciò che con l'aiuto di Di è possibile fare. Sono attraenti; interpellano con forza; servono di incoraggiamento e ispirazione per nuove esperienze, senza pretendere di essere ripetute allo stesso modo".

TMNews

Nota dei vescovi a commento delle dichiarazioni di Obama sulle unioni omosessuali: matrimonio fra uomo e donna pietra angolare degli Stati Uniti

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